NIPOTINI DI ROUSSEAU

 

 

 

UN SACERDOTE DENUNCIA

"Tony Anatrellam, sacerdote, psicoanalista, specialista in psichiatria e consulente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, in un Convegno svoltosi presso il Centro San Luigi dei Francesi a Roma ha affermato che l’educazione si sta, in un certo senso, avvicinando al modello proposto da Rousseau. L’obiettivo dell’educazione si è spostato. Invece di educare in rapporto alla realtà, per esempio insegnare ai figli la storia, i valori, si è privilegiato l’interesse soggettivo del figlio, il suo sviluppo personale. Questo crea personalità più narcisistiche, impulsive che fanno difficoltà a riflettere su se stesse, ad assumere doveri o far fronte a frustrazioni. Si può parlare di un riferimento a Rousseau nel senso che si pensa che il bambino possieda in sé stesso tutto il necessario per svilupparsi. La crisi attuale deriva dalla sopravvalutazione dell’individuo, della sua soggettività. Un’altra causa si trova nel rifiuto dell’autorità e quindi del padre. Fissare dei limiti, attraverso valori, al bambino significa permettergli di diventare libero e di prendere possesso della vita" (Avvenire, 29/11/2000, p. 23).

 

LA DIMENTICANZA DEL PECCATO ORIGINALE

La pedagogia, la cultura e la società hanno bisogno di ritrovare un elemento di fondo che è stato spesso smarrito, negato o dimenticato: il peccato originale. Il Card. Ratzinger: "Bisogna rifare posto al peccato originale. Alcuni teologi avrebbero fatto proprio lo schematismo illuminista di Rousseau, col dogma che è alla base della cultura moderna, capitalista o marxista che sia: l’uomo è buono per natura, è la società che è cattiva. Quindi l’uomo è corrotto solo dalla educazione sbagliata e dalle strutture sociali da riformare. Vorrei dedicarmi a scrivere sul "peccato originale" e sulla necessità di riscoprirne la realtà autentica" (Rapporto sulla fede, Ed. Paoline, 1985, p. 79). Sul peccato originale ci sono due errori estremi: 1) Lutero: "L’uomo è completamente distrutto dal peccato originale". 2) Rousseau: "Il peccato originale non esiste".

 

IL PECCATO ORIGINALE: IL GRANDE EMARGINATO

L’insegnamento della Chiesa, su questo punto è molto chiaro: "In seguito a quel misterioso peccato d’origine, commesso per istigazione di satana, l’uomo è permanentemente tentato di distogliere il suo sguardo dal Dio vivo e vero, per volgerlo agli idoli (cfr. 1 Tess 1,9); viene allora offuscata anche la sua capacità di conoscere la verità e indebolita la sua volontà di sottomettersi ad essa. E così, abbandonandosi al relativismo e allo scetticismo (cfr. Gv 18,38), egli va alla ricerca di una illusoria libertà, al di fuori della stessa verità. Ma nessuna tenebra di errore e di peccato può eliminare totalmente nell’uomo la luce di Dio Creatore. Nella profondità del suo cuore permane sempre la nostalgia della verità assoluta e la sete di giungere alla pienezza della sua conoscenza" (Veritatis splendor, n. 1).

 

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

Il C.C.C., parla del peccato originale ai nn. 37, 55, 379, 386-389, 396-412, 1701, 1707. I nn. 400-401 descrivono gli effetti del peccato originale. L’uomo, quindi "conserva il desiderio del bene, ma è diventato incline al male e soggetto all’errore. "C’è nell’uomo una inclinazione al male /.../ La natura umana privata della giustizia originale, è ferita e inclinata al peccato; la corruzione non è totale e la libertà può e deve cooperare con la grazia" (C.d.A., La Verità vi farà liberi, nn. 394-395; cfr. sul tema cap. 10, par. 5, nn. 280-399).

 

PAPA PAOLO VI

Nel "Credo del Popolo di Dio", di Papa Paolo VI, così è detto a proposito del peccato originale: "Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato di cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all’inizio dei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte.

È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Noi, dunque, professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, "non per imitazione, ma per propagazione" e che esso, pertanto, è "proprio a ciascuno" (n. 16).

La verità del peccato originale risulta decisiva per una corretta antropologia e per una corretta azione pedagogica e sociale. Senza conoscere la verità sull’uomo, senza partire dall’uomo vero, si costruiscono a tavolino false sociologie e false pedagogie.

 

I FALSI DOGMI DEL SECOLARISMO

I falsi dogmi del secolarismo vanno ad incidere direttamente sulle verità della fede. Essi hanno alla base due errori di fondo: uno teologico (menzogna su Dio) e uno antropologico (menzogna sull’uomo). In questa sede prenderemo in esame uno degli errori antropologici fondamentali del secolarismo: negare il peccato originale. Per il secolarismo l’uomo non è figlio di Dio, non ha nessun peccato originale, bene e male sono solo "prodotti" di fattori esterni all’uomo. Negando Dio si nega il rapporto dell’uomo con Dio, si nega la storia di questo rapporto e il peccato originale viene negato e seppellito.

 

ROUSSEAU E LA NEGAZIONE DEL PECCATO ORIGINALE

La migliore organizzazione di questo errore è la famosa frase di Gian Giacomo Rousseau: "L’uomo nasce buono per natura, la società lo rende cattivo, lo deprava". "Per Rousseau, la natura umana è stata creata da Dio immacolata e buona, ignara del male, mortificata in seguito, non da colpe originali (Rousseau non accetta il dogma del peccato originale), ma dai vizi di una società corrotta. La natura umana avrebbe un complesso di tendenze buone, fecondate dalla coscienza, intesa da Rousseau come divino istinto, voce immortale e celeste, guida di un essere ignorante e limitato, ma intelligente e libero; giudice infallibile del bene e del male, che rende l’uomo simile a Dio", /.../

 

L’EDUCAZIONE NEGATIVA

Solo spontaneità, sviluppo autonomo e protezione di questi valori da parte dell’educatore: ecco l’essenza della pedagogia di Rousseau. /.../ L’educatore dunque curerà che l’Emilio non si deturpi, col contatto della società inquinata dai mali che l’hanno svisata; sarà necessario porre l’educando fuori dei centri abitati, in campagna, ove meglio possa vivere se stesso con i suoi istinti, tendenze e slanci, insieme agli esseri vegetali e animali che godono la pienezza della spontaneità della loro natura" (Antonio Livi, La filosofia e la sua storia, Soc. Ed. Dante Alighieri, vol. II - La filosofia moderna, pp. 352, 355).

 

CONSEGUENZE NEGATIVE

É evidente che se l’uomo nasce buono per natura, allora il male non è in lui, ma solo fuori di lui. La responsabilità del male è sempre della "società", di fattori esterni all’uomo, per cui l’unica soluzione è di cambiare le strutture esterne.

Attribuire la responsabilità del male solo alle cause esterne all’uomo, è una posizione in netto contrasto col Vangelo. Se fosse vero che la causa del male è da ricercare solo in fattori esterni all’uomo, allora Gesù è un mentitore, si sbaglia quando nel Vangelo afferma: "Dal cuore dell’uomo provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie" (Mt 15,19). La radice del male, dunque, è nel cuore dell’uomo non fuori dell’uomo!

 

AUTO-REDENZIONE: INUTILITÀ DI CRISTO

Se l’uomo nasce buono per natura, inoltre, non avendo il peccato originale, non ha bisogno della Redenzione, non ha bisogno né di Cristo, né della grazia di Cristo, perché si realizza solo dando spazio ai moti spontanei che vengono dal suo interno: ci troviamo di fronte ad una auto-redenzione che si sostituisce e rende vana la Redenzione di Cristo.

 

SPONTANEISMO ED ISTINTUALITÀ PEDAGOGICA

Infine se l’uomo è buono per natura, l’educazione consisterà solo nell’assecondare tutti i moti spontanei e nell’evitare che venga a contatto con le influenze cattive esterne. Il fanciullo sarebbe naturalmente portato al bene e non avrebbe che da seguire le sue inclinazioni per essere buono e virtuoso. Il mito dello "spontaneismo" trova in questo falso dogma la sua radice e la sua giustificazione.

 

BISOGNA SOLO DISTRUGGERE LA SOCIETÀ

È evidente inoltre, che se è la società che deprava l’uomo, bisogna distruggere la società, cioè la presunta causa unica del male che l’uomo commette. Si comprende che questa idea sbagliata attribuisce esclusivamente alla società, ai governi, alle strutture sociali, economiche e politiche la sorgente del male che invece deriva dalle scelte profonde che l’uomo fa nel suo cuore (cfr. Mt 15,18-19). Secondo questa ipotesi, dunque, l’uomo non è responsabile del male che fa: responsabili del male che fa l’uomo, sono solo le strutture, solo le realtà esterne, sempre gli altri, ecc.

 

ERESIA PELAGIANA: NEGAZIONE DEL PECCATO ORIGINALE

Già nel IV secolo d.C. si era sviluppata un’eresia che toccava l’antropologia e la soteriologia. Il monaco Pelagio negava il peccato originale: l’uomo nasce buono per natura, ha una natura buona, non nasce con una natura decaduta, è capace da solo, pienamente, di operare il bene e persino di mantenersi senza peccato: egli ha un’attitudine naturale ad operare il bene. Adamo, sarebbe morto anche senza il peccato; l’uomo, con le sole sue forze, può vivere senza peccato e osservare con facilità i comandamenti di Dio. Il peccato avrebbe nuociuto solo ad Adamo, e consisterebbe solo in un cattivo esempio che possiamo imitare o rifiutare. I bambini nascerebbero nella condizione in cui era Adamo prima del peccato. La grazia consisterebbe solo nel N.T.: l’uomo lo legge e, se vuole, con la sola sua volontà, lo può mettere in pratica. Questi sono i punti essenziali di quest’eresia condannata dalla Chiesa nel IV secolo e contro cui S. Agostino ha scritto parole chiare e ferme.

 

PELAGIO E ROUSSEAU: FRATELLI GEMELLI SUL PECCATO ORIGINALE

La credenza nella perfezione originale dell’uomo, inoltre, è il portato di un mito ottocentesco molto diffuso: il mito del "buon selvaggio primitivo". È chiaro che questa idea influenza la concezione della società, della famiglia e dell’organizzazione del lavoro. Scompare la consapevolezza 1. delle conseguenze che il peccato originale ha per tutte le generazioni; 2. dell’educazione che la realtà del peccato originale determina; 3. che le istituzioni sociali devono tenere conto del peccato originale. Se, per l’edificazione della società, non si tiene in considerazione la realtà del peccato originale, si cade in un abisso di errori e di disagio sociale.

 

IL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

Con la promulgazione del dogma dell’immacolata Concezione di Maria, la Chiesa ha ri-annunciato agli uomini di questo tempo, indirettamente, la verità del peccato originale: tutti gli uomini nascono col peccato originale, non perché Dio abbia creato così la natura umana, ma a causa della superbia dell’uomo e della prevaricazione dei progenitori; unica eccezione è stata Maria SS.

 

ERRORE SULLA PROPRIETÀ PRIVATA

Altra posizione errata, che scaturisce dalla negazione del peccato originale, è quella per la quale Rousseau pensava che la causa dell’ineguaglianza fosse la proprietà privata. "L’uomo nasce buono per natura - diceva - e quindi gli uomini sono tutti uguali. Che cos’è che ha creato l’ineguaglianza? La proprietà privata. Da quando un uomo ha recintato un pezzo di terra ed è nata la proprietà privata, egli diceva, è nata l’ineguaglianza". Si noti come il "difetto di fabbrica" di queste mentalità secolarizzate consista sempre nel porre in qualcosa "fuori dell’uomo", la causa dei mali.

 

VERO E FALSO CONCETTO DI UGUAGLIANZA

Si nota subito, un falso concetto di uguaglianza. Rousseau sostiene l’uguaglianza per natura: non vuole riconoscere che gli uomini, per natura, hanno talenti diversi, capacità diverse, attitudini diverse, vocazioni diverse ecc. Due persone pur avendo lo stesso talento, ad esempio, pur avendo la stessa intelligenza, potrebbero usarla in modo diverso, perché uno è più attivo e ricco di iniziative e l’altro magari è più pigro e meno creativo. Due persone svolgono lo stesso lavoro, ma uno mette più impegno, mentre l’altro è più svogliato. È giusto che ogni uomo riceva il frutto del proprio lavoro e dell’uso dei propri talenti naturali.

 

TRE SIGNIFICATI DI UGUAGLIANZA

Bisogna distinguere tre significati del termine uguaglianza:

1) Una cosa è l’uguaglianza di dignità, per la quale siamo tutti uguali davanti a Dio;

2) un’altra cosa è l’uguaglianza di natura per la quale tutti gli uomini appartengono alla specie umana; tutti gli animali e le piante appartengono alla specie animale e vegetale, ecc. Questa uguaglianza riguarda nature che in se stesse sono realtà pluridimensionali, sinfoniche, originali, e nelle quali accanto ad una radice comune c’è la ricchezza di immense diversità. Quindi mai l’uguaglianza può scadere nell’appiattimento e nel ridurre gli uomini ad un numero, mai la diversità può scadere nel disprezzo.

3) un’altra cosa è l’uguaglianza di possibilità per la quale, socialmente, si da a tutti la possibilità di accedere alle attività e di realizzare delle finalità. Ma questi tre significati devono essere concepiti sempre insieme, mai in opposizione e sempre nel senso che ognuna costituisce un arricchimento per le altre due.

 

FALLIMENTI PEDAGOGICI NELLA VITA DI ROUSSEAU

Per inciso vogliamo ricordare le incoerenze e le contraddizioni di Rousseau, ma anche il dato di fatto incontrovertibile che egli ha fallito proprio nel campo dell’educazione e che dai fatti stessi della sua vita, non riuscì a capire che era un "maestro di errori": "Battezzato nella religione di Calvino, Rousseau si fece cattolico, per poi tornare nuovamente al calvinismo nel 1775. Ardente propugnatore dell’obbligo paterno di procurare personalmente ai figli un’educazione adeguata, in un ambiente adeguato, abbandonò in un ospizio i cinque figli che gli diede Teresa Le Vasseur. Autore di un trattato di pedagogia tra i più celebri, fallì clamorosamente nell’educazione dei figli della famiglia Mably" (Antonio Livi, op. cit., nota 5, p. 352).

 

J. MARITAIN E I FALSI MAESTRI

Una pagina magistrale sugli errori di Rousseau è stata scritta da J. Maritain, in quel capolavoro che è la sua opera: "I Tre Riformatori" (Morcelliana, 1990, pp. 129-198). Invitiamo tutti ad una lettura attenta ed approfondita di quel testo, per prendere coscienza delle gravi conseguenze per la fede e per la cultura, delle false posizioni di Rousseau. J. Maritain mette in evidenza il falso concetto di natura (è santificato il rifiuto della grazia; la natura è autosufficiente, per cui alla Redenzione di Cristo si sostituisce l’auto-redenzione dell’uomo), il falso concetto di libertà, il falso concetto di uguaglianza; i falsi concetti della Volontà generale e del popolo sovrano, il suo falso cristianesimo corrotto, assorbito dalla signora de Warens, una falsa mistica che lo inizierà al comunismo sessuale e alla "vita nello spirito". La cosiddetta "professione di fede del vicario savoiardo", espone le idee religiose di Rousseau, ma il vicario savoiardo è il "primo prete modernista"!

 

DARWIN SCOPRE IL PECCATO ORIGINALE NEL FIGLIO

Ritornando al peccato originale, bisogna dire che ogni genitore ha potuto osservare dei germi di malizia nei loro piccoli. Il fanciullo non è naturalmente inclinato al bene: i genitori hanno il dovere di intervenire per correggere le cattive inclinazioni. Darwin si mise a studiare giorno per giorno uno dei suoi figli. Prima che questi avesse raggiunto l’età di due anni, lo studioso poté riscontrare in lui, annotandolo nel suo giornale, in mezzo ad istinti di bontà, d’intelligenza e di affetto, anche sentimenti cattivi, inclinazioni cattive: la collera, la gelosia, la dissimulazione, la menzogna (Darwin, Esquisse d’un Enfant, "The Mired", 1877).

 

PER FREUD ESISTE UN’INCLINAZIONE AL MALE

La propensione costante al bene si riscontra solo in qualche natura privilegiata; queste inclinazioni al male, invece, si riscontrano in tutti. La psicanalisi di Freud ha dimostrato che anche nel bambino piccolo, esistono pulsioni e inclinazioni a passioni disordinate.

 

LA POSIZIONE DELLA FEDE

La posizione della fede è che l’uomo né è solo buono, né è soggetto solo a cattive inclinazioni: egli è creato ad immagine e somiglianza di Dio, quindi conserva la disposizione al bene, ma a causa della ferita (il peccato originale ha ferito l’uomo, non lo ha distrutto!) del peccato originale, persiste in lui un’inclinazione al male, di cui bisogna tenere conto e che, per essere sanata, ha bisogno della grazia di Dio. I genitori hanno, in questo, insieme al sacerdote, un ruolo decisivo e fondamentale, per una sana e corretta educazione.

 

I RIMEDI POSITIVI

Gli effetti della colpa originale possono essere neutralizzati: 1. dalla grazia di Dio; 2. da una buona educazione; 3. da buone istituzioni sociali.

 

RIFIUTARE I FALSI MITI DOMINANTI

Bisogna allora scuotere il giogo delle "idee dominanti", sbarazzarsi della morte che le ideologie hanno introdotto e riprendere e ripartire dalla verità sull’uomo, da una corretta antropologia. Non vi è altra regola principale di riforma che cercare la verità e testimoniarla.

 

L’ARMONIA DI UN’EDUCAZIONE CATTOLICA

L’errore ed i vizi perdono i popoli. Solo una cultura autentica e vera, una cultura cattolica, libera e realizza l’uomo. In una sana educazione cristiana (il Concilio ne ha riportato i principi fondamentali nel decreto "Gravissimum educationis"), auto-educazione ed etero-educazione, spontaneità e disciplina, tradizione ed attualità, libertà e verità, uguaglianza e differenze, persona e società, interno ed esterno, libertà ed autorità, storia ed escatologia, creatività e fedeltà, fede e ragione, fedeltà e rinnovamento, vanno sempre insieme, sono valori complementari e inscindibili, non sono mai separati o esasperati, non sono mai messi in contrapposizione, ma sempre coniugati in armonia ed unità. Resta allora da chiederci in che modo nell’educazione dei ragazzi, si tiene conto della realtà del peccato originale. In che modo, allora, nell’organizzare la società, nel rapporto tra le persone, nelle proposte esistenziali, nei costumi, si tiene conto della realtà del peccato originale? E se non se ne tiene conto, come ci sembra che accade, si può pensare che tutto questo sia senza conseguenze negative per l’educazione, per la società, per il rapporto tra le persone?

 

IL SOSTEGNO PEDAGOGICO

Al fragile tronco di un alberello, il giardiniere legò un robusto palo di frassino che gli facesse da tutore e lo aiutasse a crescere diritto. Quando il vento soffiava, l’alberello avrebbe voluto che il frassino "educatore" lo lasciasse stare. «Ti spezzerai - ripeteva chiaro il "palo" - oppure prenderesti delle brutte posizioni, diventeresti brutto e stortignaccolo». E l’alberello: «Sei solo vecchio ed invidioso, lasciami ti dico!». Il giovane albero si divincolava, ma il vecchio palo resisteva, tenendolo saldo. Una sera d’estate, annunciato da tuoni e lampi, si abbatté sulla zona un violento uragano. L’alberello scricchiolava in tutte le sue giunture, il vento quasi gli strappava le radici dal terreno. «E finita», pensava l’alberello. «Resisti, figliolo!» gridò invece il vecchio "palo". Una lotta dura, lunga, estenuante. Ma alla fine l’alberello fu salvo. Il vecchio "palo" invece, era morto, spezzato in due monconi. L’albero giovane capì e cominciò a piangere. «Non mi lasciare! Ho ancora bisogno di te!». Ma non ebbe risposta. Oggi, i passanti, guardano meravigliati quel robusto alberello che, nei giorni di vento, sembra quasi guardare e cullare teneramente un vecchio pezzo di legno secco, spezzato, accanto a lui (Bruno ferrero, Il Segreto dei Pesci Rossi, LDC, 2001, p. 70-71).

Il Comitato di Redazione di "Fede e Cultura"

 

 

 

Da Per maggiori informazioni cliccare sul logo n.10 - marzo 2003 (per maggiori informazioni cliccare sul logo).
Pubblicato da "Profezie per il Terzo Millennio" su autorizzazione del
direttore di redazione di "Fede e Cultura", don Guglielmo Fichera.

 


 

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