PADRE LAMY E GLI ANGELI:
GLI ANEDDOTI E LE SUE CONSIDERAZIONI

 

 

 

Vi proponiamo un brano tratto dal libro "Le Père Lamy - Apôtre et mystique", del conte Paul Biver, capitolo XIII. Padre Jean-Edouard Lamy qui racconta le sue visioni di San Giuseppe ed alcuni episodi della sua vita che hanno per protagonisti gli angeli.

 

APPARIZIONI DI SAN GIUSEPPE E DEI SANTI ANGELI

Abbiamo raccontato la venuta di San Giuseppe a Nostra Signora della Santa Speranza di Troyes, quella notte in cui annunciò a Édouard Lamy che sarebbe diventato prete nonostante tutti gli ostacoli.

«La seconda volta, a La Courneuve, mi ha parlato ancora di cose personali. È molto buono, ma non ha la voce dolce come la Santa Vergine: ha l'accento del suo paese, la voce un po' rauca di un orientale».

Parlando di una terza visita del santo Patriarca: "È stato a La Courneuve, non in chiesa, ma al patronato, nella sala del giardino (detta sala del Sacro Cuore, demolita per costruire la nuova canonica): San Giuseppe si è mostrato. [...]

Arrivai vicino alla porta. Egli si fermò tra la statua [di San Giuseppe] e il servo. Era lì, sorridente. Dissi: "Sei tu, San Giuseppe!". Mi ha parlato di molte cose personali che tengo per me. Ricordo di aver indietreggiato un po', per vederlo bene, per ammirarlo bene. Ho fatto un inchino molto basso. Quando mi sono alzato, era sparito».

«Era come l'avevo visto la prima volta: molto ingrigito, indossava quasi gli stessi vestiti di Nostro Signore. San Giuseppe non è il semplice operaio, come si ha la tendenza a raffigurarlo troppo spesso. Questo è un lato di questo santo personaggio. Era molto versato sui salmi, sapiente nella Sacra Scrittura. Come San Pietro era un uomo abbastanza colto. San Giuseppe aveva meriti personali d'intelligenza. I meriti della santità offuscano tutte le altre qualità. Era capace di vivere in compagnia della Santissima Vergine, e la Santissima Vergine era molto istruita, essendo uscita dalla scuola di Gerusalemme, dalla scuola del Tempio. Aveva le virtù naturali, ma anche le qualità scientifiche, e San Giuseppe la comprendeva. Lui era all'unisono».

Il tratto più significativo della figura di padre Lamy era, dopo la sua straordinaria devozione a Maria, la fiducia che aveva nei santi angeli e la familiarità che aveva con loro. I suoi conoscenti più intimi lo hanno visto tutti parlare a degli esseri invisibili e, con rare eccezioni, tutti hanno anche sentito le voci degli spiriti celesti che gli rispondevano; a volte gli è stato anche concesso di distinguere qualche parola dei santi angeli. [...]

La sua devozione ai santi angeli, gli angeli custodi, gli angeli protettori di ogni casa, di ogni città, ogni provincia, ogni Stato, gli angeli delle categorie superiori, comunemente chiamati arcangeli, lo esortavano a propagare la loro devozione. [...]

«Non diamo agli angeli l'importanza che hanno; noi non li preghiamo abbastanza! Gli angeli sono molto toccati quando li preghiamo. C'è una grande utilità nel pregare gli angeli».

«I nostri angeli custodi, non li preghiamo abbastanza. Cosa facciamo per loro? Un pezzettino di preghiera al mattino, un pezzettino di preghiera la sera: tutto qui! La loro misericordia è molto grande al nostro riguardo, e spesso non la usiamo abbastanza. Loro ci considerano come piccoli fratelli bisognosi; la loro bontà verso di noi è estrema».

«Niente è fedele come un angelo. Che memoria! Si ricorda tutto. Ti dice cosa hai fatto dieci anni prima come se fosse ieri. Che amici troveremo, che non conosciamo! Ci dicono ciò che devono dire e poi spariscono. D'altronde, non siamo certo grandi in confronto a loro: (ridendo) il bue e la rana!».

«Il nostro angelo custode ci salva spesso dagli incidenti. Gli lasciamo la libertà su di noi. Ma gli angeli, cosa possono fare quando non siamo in stato di grazia? Vorrebbero aiutarci, ma sono impotenti. Quando rifiutiamo il rispetto verso Nostro Signore, mandiamo a spasso i suoi servi. E tra noi cristiani, quanti ce ne sono che gli chiedono aiuto e protezione? Una piccola preghiera: "Buona sera, mio ​​buon angelo", ecc ... e basta. Ma preghiamo Nostro Signore, serviamo tale Padrone, e questo lascia loro libertà di azione su di noi. Noi non ricorriamo abbastanza ai santi angeli. Sono lì: li lasciamo tranquilli. Non li disturbiamo abbastanza».

«Gli angeli, come i santi, non hanno un corpo simile ai corpi reali della Vergine e di Nostro Signore: hanno corpi che non sono come i nostri. Ogni angelo ha la sua fisionomia speciale. I volti con cui gli angeli si mostrano ai nostri occhi hanno spesso capelli neri; hanno i capelli tagliati molto bene. Non ho mai visto dei capelli ricci negli angeli. Il mio angelo custode ha una testa piuttosto rotonda, un viso molto bello, capelli neri e ondulati. L'arcangelo Gabriele ha i capelli ben tagliati e ondulati. Gabriele è più alto di qualsiasi altro angelo. È in base a questo che riconosco subito uno spirito di una categoria superiore. Ciò che hanno di molto bello, sono le placche d'oro di forma irregolare collocate in un mosaico di cui è rivestita la parte superiore del loro corpo: una di queste placche luccica qui, poi l'altra là. È un va e vieni costante e successivo di placche. Ricevono la luce da Dio. Le maniche delle loro tuniche arrivano fino a metà delle braccia. La loro tunica scende fino ai ginocchi. La parte inferiore del corpo è coperta da una sorta di piccola sottoveste, sono come degli atleti. I loro vestiti sono bianchi, ma di un bianco che non ha niente di terreno. Non saprei come descriverlo, perché non è paragonabile al nostro colore bianco, un bianco molto più morbido alla vista. Ma questi santi personaggi sono avvolti da una luce così diversa dalla nostra che tutto poi appare oscuro. Quando vedi una cinquantina di angeli, rimani stupito: non pensi più a pregare Dio. Queste placche d'oro, che si muovono costantemente, si direbbero tanti soli! Deve essere, in cielo, uno spettacolo meraviglioso il volo di milioni di angeli! Non gli ho mai visto le ali, hanno sempre l'aspetto di giovani. Portano, stampata sui loro volti, la benevolenza per gli uomini, mentre i demoni hanno un aspetto duro, violento e feroce. A volte ho sentito tre, quattro angeli insieme nella chiesa di La Courneuve. Spesso, sento le loro voci senza vederli. Come per le persone che conosciamo, io li riconosco dalle loro voci. Tutti questi personaggi, come il diavolo, sono con noi, intorno a noi. Se non li vediamo, è per poco! È come una pellicola che ci separa da loro».

«Sono stato sostenuto dai santi angeli molte volte quando ero esausto dalla fatica, e trasportato da un posto all'altro, quando non ne sapevo nulla. Dicevo: "Mio Dio, quanto sono stanco!". Ero nella mia parrocchia, distante, spesso di notte, e improvvisamente mi trovavo trasportato in Place Saint-Lucien. Come accadeva, non lo so».

«Andai alla stazione e diedi assoluzioni generali. Uno dei soldati mi disse: "Sto per morire!". Il santo angelo custode, che era accanto a me, lo benedisse. Disse subito: "Oh! Sento che sto meglio". Era sera, alla stazione di La Courneuve. Ce n'erano forse duecento distesi sulle barelle, su delle tavole, sui selciati. E le auto di Parigi venivano e facevano il loro carico. Questo soldato ci disse: "Sono padre di famiglia". Arrivando, domandavo sempre al mio angelo di guarirne qualcuno. Ho visto il santo arcangelo e l'angelo che li benedicevano, e sono passato oltre».

«Gli davo l'assoluzione generale e dicevo: "Sono il sacerdote della parrocchia. Figli miei, coraggio". Prendevo gli oli santi. Avevo comprato dozzine di piccoli tubi d'argento, per le monete d'oro al Bazar de l'Hôtel de Ville; ne avevo dato a molti dei sacerdoti soldato. Ho dato loro l'assoluzione dopo avergli chiesto se fossero cristiani e avergli fatto dire: "Mio Dio, ti do tutto il mio cuore!". Passavo anche nei vagoni. Era perfetto quando erano vagoni ferroviari; per gli altri, mi aggrappavo lungo tutto il vagone, sui corrimani. Quando era necessario salire sessanta o ottanta volte, e anche molto di più (nei treni, fuori dalle banchine), i santi angeli mi aiutavano. Il proprio peso non è più un problema quando ci sono loro!».

«Un vicario di Saint-Ouen - penso che sia chiamasse padre S. - mi ha aiutato molto. A volte c'erano sei o settecento feriti. Il santo Arcangelo era con me; anche il mio angelo. Quando era lì, potevo vedere chiaramente. Egli illuminava le coscienze; allora, vediamo così (facendo il gesto di illuminare con una lanterna). Ho dato la santa assoluzione con la convinzione che ce ne fosse il novantanove per cento che la riceveva con frutto. Era di corsa che facevo tutto ciò. Bisognava riportare i corpi a La Courneuve, per officiare. Spesso, le tombe non erano fatte. Avevo dovuto far scavare davanti a me fino a tre tombe, senza i documenti necessari. Ho dovuto farne seppellire due nella stessa buca. Ero forte della parola della Madre di Dio che aveva detto a Satana: "Ne salverò molti nonostante te". E il cardinale Amette mi aveva detto: "Ti do tutte le autorizzazioni, mio caro parroco. So che non farai mai niente di male". In mezzo a tante afflizioni e tante preoccupazioni, ho avuto la consolazione di vedere il santo Arcangelo misericordioso per loro [gli episodi qui raccontati sono avvenuti durante la guerra 1915-18; N.d.R.]».

La storia di un fatto accaduto sulla strada da Rivières-le-Bois au Pailly ha raggiunto l'autore [di questo libro; N.d.T.] grazie alla gente del villaggio, che riportava le parole di due ciclisti protagonisti dei fatti. In seguito a questa storia fantastica, erano stati trattati da alcuni come bugiardi e da altri come ubriaconi.

«Abbine cura: avrà bisogno di te", aveva detto la Santissima Vergine al santo arcangelo. E, in effetti! Lasciavo Notre Dame des Bois, al tramonto, e la luce rasente mi dava fastidio. Procedevo, sporgendomi in avanti, per non avere i raggi negli occhi, e quindi non vedevo niente, mezzo cieco come sono (il resoconto è del 1924, prima della sua operazione agli occhi), di ciò che si trovava sul mio cammino. Apparve improvvisamente davanti a me, non più lontano da me di questo tanto, un ciclista. Sarei stato immediatamente investito in un solo giro di ruota. Ma ecco il santo arcangelo Gabriele che afferra la bicicletta per le due ruote e la depone dolcemente a lato. Ha sollevato la bicicletta e l'uomo; l'ha deposta sull'erba del bordo della strada. Il peso non conta per un angelo. Per loro tutto è così facile! Vedo l'uomo, che rimane ammutolito, guardando l'angelo e guardando me. Avevo una voglia folle di ridere vedendo la testa di questo povero ragazzo. Ho represso una risata. Mi allontano da loro, prendendo il mio cappello al Santo Arcangelo, e vedo un altro ciclista arrivare a tutta velocità. Il primo urla come un matto: "Sono due! Sono due!". Penso che ciò significhi il Santo Arcangelo ed io. E l'altro non ci capisce niente: "Ma no", diceva il secondo. Il secondo era alla distanza della fine di questa stanza. La Beata Vergine ebbe la bontà di mettermi sotto la protezione del santo arcangelo Gabriele, di affidarmi a lui. E con la mia pessima vista, questa protezione mi è stata molto utile. Le parole del dipendente della ferrovia e del suo compagno circa l'aspetto dell'angelo hanno dato origine a diverse versioni. Ne hanno parlato nei locali del paese. Sono stato interpellato sulla cosa e ho fatto finta di non capire. Quest'uomo era originario di Palaiseul o di Rivières, non so di più. La strada è cambiata molto da allora: era fiancheggiata da frassini».

«Gli angeli mi hanno protetto dalle api. Era la scorsa estate (1923). Per il fatto che non vedo, ne avrei sofferto molto. Hanno impedito alle api di pungermi. Tornando da una piccola escursione nel bosco, camminavo costeggiando la cappella, dove si sono insediati diversi sciami di api. E avevo raccolto dei fiori e dell'erba pastinaca. Assorto nei miei pensieri, avevo dimenticato le api e, sorpreso dal loro ronzio, toccavo i fiori, e questo le richiamava tutte. Mi affrettai a raggiungere il portico per entrare nella cappella, ma ero inseguito da innumerevoli api, quando sentii distintamente queste parole: "Non pungetelo! Non pungetelo!". La nostra Regina non sarebbe contenta. Deve tornare a casa con il suo asino, e poiché non potrebbe farlo da solo, saremmo costretti ad accompagnarlo in forma umana". Il mio pensiero è che sia la voce del santo Arcangelo. Penso di averlo riconosciuto. Arrivato ​​all'atrio, tutte le api si sono fermate prima. Ho ringraziato i tre arcangeli».

 

Fonte: "Apôtre et mystique: le Père Lamy", conte Paul Biver, Librairie Gabriel Enault, Parigi, 1950.

 

Consulta anche le note biografiche su Padre Jean-Edouard Lamy
Sommario

 

 

Traduzione a cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Aprile 2019
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