Immagini sacre che piangono lacrime e sangue.

Quale significato attribuire a questi fenomeni?

 

 

 

Da qualche decennio a questa parte, e in particolare in questi ultimi anni, le notizie di immagini della Madonna e di Gesù che versano sangue o lacrime, si sono fatte sempre più ricorrenti, e ormai questo tipo di fenomeni si vanno registrando un po' in ogni parte del mondo. Alcuni di questi casi non sono altro che semplici imbrogli ad opera di persone senza scrupoli che cercano di sfruttare a loro vantaggio certe forme distorte di devozione popolare in cui la ricerca di eventi prodigiosi e sensazionali prevale sulla fede autentica.

Dott. Ricardo Castañón Gómez

Ma non tutte le immagini che piangono sono il risultato di truffe e di abili contraffazioni, ci sono numerosi casi che non rivelano alcun intervento umano e sembrano sfuggire ad ogni spiegazione scientifica. Alcuni di questi casi sono stati studiati a fondo da scienziati e da commissioni teologico-scientifiche senza che fosse possibile trovare una causa naturale che potesse spiegarli. Alcuni di essi, dopo lunghi anni di indagine, sono stati anche riconosciuti dalla Chiesa.

Uno scienziato autorevole che si occupa da molti anni dello studio di questi fenomeni è il Dott. Ricardo Castañón Gómez, psicologo clinico, specializzato in neuropsicologia. Il Dott. Castañón indaga secondo rigorosi criteri scientifici le apparizioni mariane ed altri presunti fenomeni soprannaturali, nel corso di anni di indagini ha raccolto una ricca documentazione su varie decine di casi noti e meno noti. Di molti di questi casi la maggioranza del pubblico non è neppure a conoscenza, nonostante in essi vi siano elementi convincenti di credibilità. Segno questo che il fenomeno trova scarsissimo interesse nei mass-media, che per lo più tendono a non occuparsi di questo tipo di notizie; ma anche gli esperti e la Chiesa stessa probabilmente ne sottostimano ampiamente la diffusione e la portata.

Castañón è anche presidente del Gruppo Internazionale per la Pace, un'istituzione fondata in Bolivia nel 1992 con l'obiettivo principale di "riconsiderare da nuove prospettive la presunta dicotomia esistente fra la scienza e la fede".

Vi proponiamo qui alcuni stralci tratti dagli studi del Dott. Castañón, pubblicati nel sito del Gruppo Internazionale per la Pace.

 


 

PIANGONO LE IMMAGINI?

Se vostra figlia vi chiedesse: "Può piangere la mia bambola di gomma?", voi che cosa le rispondereste? "Certo che no!". E se vostro nipote dicesse: "Questo quadro di mia nonna può piangere?", "Nemmeno!", risponderà il nonno. Anche nella Chiesa se un ragazzo chiedesse al sacerdote: "Può piangere quell'immagine in gesso di Gesù?", senza pensarci due volte lui risponderebbe "No!".

Per accostarsi allo studio di fenomeni straordinari è necessario ricordare una "massima neuro-psicologica fondamentale": "il cervello serve soltanto se lo si apre". Che beneficio potrà avere un'informazione se fin dall'inizio la si ignora o rifiuta pregiudizialmente?

Evidentemente, per nessun figlio del XX secolo tanto abituato all'informazione tecnologica e scientifica, ispirata da un pensiero empirico positivista, risulta facile accettare che un'immagine di legno, cera o gesso cominci a "essudare un liquido cristallino simile alle lacrime o una sostanza rossa assimilabile al sangue".

Questi casi solitamente sono stati associati alle immagini sacre, ma non alle statue di Murillo, Napoleone o di altri personaggi storici. Esiste una letteratura proveniente da altre culture che segnala casi simili in statue dell'India e dell'Egitto. [...]

Senza voler andare troppo indietro nel tempo, volevo riferirmi ad alcuni casi "riconosciuti" ufficialmente dalla Chiesa cattolica che, quantunque risulti difficile crederlo, è sommamente prudente e rigida in questi casi.

 

L'IMMAGINE DI SIRACUSA

La Madonnina di Siracusa

Il 21 marzo del 1953, Angelo e Antonina Iannuso celebravano le loro nozze a Siracusa, una città italiana della Sicilia. Ricevettero come regalo una scultura in gesso a forma di busto piano che rappresenta il "Cuore Immacolato di Maria".

Antonina successivamente rimase incinta, condizione a cui si accompagnarono alcune malattie che i suoi medici diagnosticarono come toxemia associata ad una sintomatologia di convulsioni e cecità temporanea.

Il 29 agosto dello stesso anno, giorno di sabato, ebbe un attacco di convulsioni che la lasciò cieca fino alle 8.20 di mattina. La signora riferì quanto segue: "Aprii gli occhi e fissai lo sguardo sulla Vergine che stava sopra il mio capezzale. Con mia grande sorpresa vidi che stava versando lacrime. Chiamai mia cognata Grazia e mia zia Antonina Sgarlata che vennero da me e allora mostrai loro le lacrime. All'inizio pensarono che avessi le allucinazioni per via della mia malattia, ma quando si avvicinarono alla placca poterono distinguere le lacrime che le scendevano dagli occhi, videro anche come le lacrime cadevano sulla spalliera del letto. Con timore presero l'immagine e la portarono fuori dalla casa per mostrarla ai vicini che confermarono a loro volta il fenomeno...".

Numerose persone assistettero all'accaduto: Mario Messina, molto considerato nel quartiere, accertò che non c'era alcun meccanismo interno che potesse spiegare il fenomeno, un altro asciugò le lacrime ma immediatamente ne uscirono delle altre.

Domenica 30 agosto, alle 2.00 del mattino cominciò l'effusione di lacrime. Tre sacerdoti che assistettero all'evento informarono la Cancelleria del Vescovo, il quale inviò immediatamente degli esperti per prelevare campioni del liquido e condurre su di essi degli studi chimici. Alcuni membri della commissione esaminarono la composizione dell'effigie non trovandovi né porosità né irregolarità nella superficie. Analizzarono la parte posteriore confermando che era asciutta, tuttavia davanti era inumidita dalle presunte lacrime. Alla fine raccolsero 20 gocce. Dopo l'esame l'immagine "pianse" per altri 51 minuti circa. Alle ore 11.40 della mattina [del 1° settembre; N.d.R.] la lacrimazione ebbe termine e il fenomeno non tornò mai più a ripetersi.

Le lacrime

Le conclusioni della Commissione furono le seguenti: "... il liquido esaminato mostra di essere formato da una soluzione di cloruro di sodio in cui si rilevano tracce di proteine e nuclei che provengono dai centri escretori di tipo quaternario, è identico a quello che è stato trovato in secrezioni umane simili usate come modelli comparativi durante l'analisi". "L'aspetto, l'alcalinità e la composizione inducono a considerare che il liquido esaminato è analogo alle lacrime umane".

Il rapporto venne trasmesso il 9 settembre del 1953, firmato dai dottori Michele Cassola, Francesco Cotzie, Leopoldo Rosa e Mario Marietta. Dopo aver ricevuto questo documento l'Arcivescovo di Palermo, il cardinale Ernesto Ruffini, annunciava nel dicembre del 1953 per trasmissione radiofonica: "...Dopo aver analizzato con attenzione le numerose informazioni, aver ottenuto risultati positivi nelle diligenti analisi chimiche a cui sono state sottoposte le lacrime, noi [i Vescovi di Sicilia; N.d.R.] esprimiamo unanimemente il giudizio che non può essere messa in dubbio la realtà dei fatti".

L'anno seguente, il 17 ottobre del 1954, Sua Santità Pio XII proclamava in un'altra trasmissione radiofonica: "...prendemmo conoscenza della unanime dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento... Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime?" [testo originale in italiano; N.d.T.].

Successivamente venne formata un'altra commissione medica che si incaricò di esaminare 290 casi di guarigioni da mettere in relazione con questo speciale evento. [...]

 

NOSTRA SIGNORA DI AKITA (Giappone)

La storia di Akita deve essere tenuta in grande considerazione da coloro che hanno la responsabilità dell'orientamento delle persone in questo delicato ambito di eventi straordinari, poiché per molti le ultime apparizioni riconosciute e autorizzate sono quelle di Fatima. Ne ignorano molte altre come quelle di Beauraing e di Banneux (1932-33) nel Belgio, [...] quelle di Betania in Venezuela, riconosciute dall'Arcivescovo Mons. Pío Bello Ricardo nel 1987 [...].

Esporremo con maggiore dettaglio il caso di Akita che comincia nel 1973 e che il cardinale Ratzinger - incaricato Vaticano per questi eventi - approva, in qualità di responsabile della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, nel 1990, basandosi sul riconoscimento del Vescovo locale, Mons. John Shojiro Ito della diocesi di Niigata, riconoscimento ufficializzato il 22 aprile 1984.

Suor Agnese Katsuko Sasagawa

A 42 anni Agnese Katsuko Sasagawa entra nel convento delle "Serve della Sacra Eucarestia". Come attestano i registri del 12 maggio 1973, la suora era completamente sorda ed irrimediabilmente incurabile.

Gli eventi acquistano rilievo quando il 12 giugno dello stesso anno Suor Sasagawa nota una luce brillante provenire dal tabernacolo a cui segue una specie di fumo, successivamente le figure si fanno più definite e la religiosa dice di vedere degli angeli che circondano il Tabernacolo in atteggiamento di adorazione davanti alla Santa Ostia. Casualmente, in quei giorni il Vescovo Ito si trovava in quel luogo per fare una settimana di ritiro spirituale e poté essere testimone di molti degli eventi, assieme al direttore spirituale del convento R. P. Teiji Yasuda.

Nella notte del 28 giugno 1973 appare nella palma della mano sinistra di Agnese una ferita a forma di croce di tre centimetri per due che le causa un intenso dolore; il 5 luglio si apre causandole maggiore dolore e versando sangue.

La mattina del 6 luglio entra per pregare nella Cappella davanti a una statua realizzata in legno dallo scultore buddista M. Saburo Wakasa. "Quando mi avvicinai alla statua - riferisce Agnese -, sentii che la statua dava l'impressione di essere viva... era immersa nella luce e una voce risuonò nelle mie orecchie sorde". Secondo lei la Vergine le parlò esprimendo una promessa: "la tua sordità sarà guarita...".

Il giorno seguente, quando le consorelle entrarono nella Cappella per pregare davanti alla Vergine, scoprirono con stupore che dalla mano destra della statua fuoriusciva del sangue. Osservarono con maggiore attenzione constatando che c'era una ferita a forma di croce identica a quella che aveva Suor Agnese. La ferita sanguinò tutti i venerdì del mese di luglio del 1973, così come avvenne con la ferita della religiosa.

La lacrimazione della statuetta in legno della Madonna nel convento delle Serve della Sacra Eucarestia ad Akita

La notte del 29 settembre tutta la comunità notò che dalla statua emanava una grande luce che immediatamente si trasformava in qualcosa che sembrava umidità. Il liquido venne asciugato con del cotone che venne poi inviato ai laboratori dell'Università di Akita, i quali accertarono che la composizione corrispondeva a "secrezioni umane".

Nel 1982 visitò la sua opera lo scultore buddista che l'aveva realizzata; rimase stupito quando rivide l'immagine e constatò che nessuna parte era cambiata tranne il viso che appariva assolutamente diverso. Il 4 gennaio 1975 il Vescovo Ito e molte persone che si trovavano in quel luogo per fare un ritiro spirituale, osservarono quel giorno la statua versare lacrime per tre volte. Durante i 10 anni di studio successivi non fu possibile attribuire questi fenomeni ad altre cause se non quella soprannaturale. 

L'Arcivescovo Ito incaricò il professor Sagisaka, M. D., specialista in medicina forense e non credente, di fare l'esame scientifico dei tre fluidi, senza averlo informato da dove provenissero. I risultati dei test indicarono che: "la materia presente nella garza è sangue umano. Il sudore e le lacrime assorbite dai due pezzi di cotone sono di origine umana". Successivamente si scoprì che il sangue apparteneva al gruppo B, il sudore e le lacrime al gruppo AB.

Un sacerdote gesuita, non giapponese, dell'Università di Sofia a Tokyo, al corrente del fatto che anche Agnese aveva sangue del tipo B, sostenne che Suor Sasagawa esercitasse il potere occulto della "pratica ectoplasmatica", con la quale era in grado di "trasferire" il proprio sangue sulla statua così come il sudore e le lacrime. Quando al religioso venne chiesto come fosse possibile che potesse fare lo stesso stando a 250 chilometri dal quel luogo, rispose che "c'era un'altra persona vicino alla Vergine" con le stesse facoltà ectoplasmatiche.

Karou Sagisaka, M.D., del Dipartimento di Medicina forense della Scuola di Medicina dell'Università di Akita, fece un altro esame dei fluidi, i cui risultati vennero consegnati alle autorità ecclesiastiche il 30 novembre 1981 e nei quali si rivela: "L'oggetto esaminato ha in aderenza liquidi umani che corrispondono a sangue di tipo 0". Ma un'altra analisi precedente aveva dato come risultato un tipo B e le sudorazioni e le lacrime corrispondevano al gruppo AB, per cui i campioni appartenevano a tre gruppi diversi.

Spiega Joan Carroll (1993), che è un dato di fatto medico che il sangue, le lacrime e le sudorazioni di un individuo appartengano allo stesso tipo di sangue. Un fluido non può differire nel tipo da altri fluidi dello stesso corpo. Se Suor Agnese apparteneva al gruppo B, non poteva "trasferire" sangue o fluidi che appartengono ai gruppi AB o 0. La teoria del sacerdote venne quindi confutata dagli esperti in ematologia. In virtù di questi risultati, quando si studiano eventi simili "il tipo" di sangue non è un criterio fondamentale di analisi, poiché tanto Gesù quanto Maria potrebbero avere "il sangue di tutti i loro figli". Pertanto risulta priva di senso l'insistenza nel voler conoscere il "gruppo sanguigno" di ogni statua che sanguina. Gli scienziati concordano nell'affermare che l'analisi preponderante è quella genetica, perché è in grado di stabilire senza limiti l'origine umana o meno di un campione.

La statua ebbe 101 lacrimazioni che si succedettero a periodi irregolari dal 4 gennaio 1975 al 15 settembre 1981. I testimoni sono migliaia, fra loro molti non cattolici come il sindaco della città di Akita.

Terminate le analisi, il Vescovo Ito, ordinario della diocesi di Niigata, scrisse il 22 aprile 1984 una Lettera Pastorale annunciando le seguenti disposizioni: "Autorizzo in tutta la diocesi di mia competenza la venerazione della Santa Madre di Akita".

Si chiarisce in un altro paragrafo che i fatti hanno a che vedere con le rivelazioni private e non con la dottrina, il che significa che non si è obbligati a crederci.

Quattro anni più tardi, il 20 giugno 1988, visitò Roma dove la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede approvò il contenuto della sua Lettera Pastorale.

Nell'agosto del 1990 concluse il cardinale Ratzinger: "Non ci sono obiezioni alle conclusioni della Lettera Pastorale emanata dall'Arcivescovo".

 

ALTRE LACRIMAZIONI NEL MONDO

La Statua della Madonnina di Civitavecchia

Ho voluto riferire con un certo dettaglio due casi importanti riconosciuti dalle autorità della Chiesa Cattolica. Tuttavia, la nostra indagine ha raccolto una documentazione attendibile e personale di varie decine di casi di cui la maggioranza del pubblico non è neppure a conoscenza.

Il caso di Teresa Musco, morta in Italia nel 1976 e il cui processo di beatificazione è in fase di studio, certifica la lacrimazione di 24 immagini nel suo domicilio. Nel 1982, nella casa di Mirna Nazour a Damasco (Siria), un piccolo quadro della Vergine comincia ad avere effusioni di olio, l'analisi mostra che è olio di oliva; casi simili si registrano in Ecuador a partire dal 1988. A Naju (Corea), nell'abitazione di Julia Kim, l'immagine dello Madonna essuda lacrime di sangue umano dal 1985.

Nel 1995 le informazioni in merito si moltiplicano, fra gennaio e marzo piangono e sanguinano circa 30 immagini nel mondo, una delle ultime in Argentina.

A partire dal 2 febbraio 1995 a Civitavecchia (Italia) un'immagine della Vergine di Medjugorje sanguina 15 volte, le analisi condotte da un'équipe di ricercatori dell'Ospedale Gemelli di Roma, confermano che il campione è umano dopo avere identificato la catena genetica corrispondente. Il 2 febbraio del 1997 l'Arcivescovo del luogo, Mons. Grillo, presiede le celebrazioni del "II anniversario" di questi effusioni, autorizzando la futura costruzione di un Santuario in ricordo dell'evento.

Il 9 marzo 1995, un caso agita la mente e il cuore di tutti i boliviani: per la prima volta nella storia della Chiesa ufficiale, un busto di Cristo piange a Cochabamba (Bolivia).

 


 

IL CRISTO PIANGE A COCHABAMBA

Il busto del Cristo

Il 9 marzo del 1995 la Sig.ra. Silvia Arévalo, una hostess della compagnia aerea "Lloyd Aéreo Boliviano", acquistò un'immagine del Cristo a forma di busto, con l'intento di metterla in una cappella privata all'interno della sua casa di Cochabamba, in Bolivia.

Poche ore dopo aver collocato l'immagine nella cappella, si produsse la prima lacrimazione, che causò gran sorpresa sulla Sig.ra. Silvia, su sua madre, la Sig.ra Emma Urquidi, ed altri parenti che erano presenti. Alcuni giorni dopo, il 2 aprile, l'immagine cominciò a sanguinare.

Da allora le lacrimazioni e le essudazioni di sangue si sono ripetute in maniera intermittente, e non hanno mancato di risvegliare non soltanto curiosità, ma anche un'enorme religiosità popolare. Questo evento suscitò col tempo una grande eco e sono ormai sempre più numerosi i devoti che si recano a venerare l'immagine.

Il Dott. Ricardo Castañon Gómez studiò approfonditamente il caso. Ecco alcuni stralci del suo studio pubblicati nel libro "Llorá Cristo en el Valle?".

 


 

PRIME PROVE

Un liquido denso simile al colore del sangue essudava dall'occhio, scorrendo lentamente per gravità. [...]

Filmai tutta la sequenza e poi chiesi ad una delle presenti di fare lo stesso mentre io prelevavo i campioni. Naturalmente le nostre riprese sono amatoriali ma hanno già fatto il giro del mondo, le immagini sono nitide e precise. Probabilmente tutta la sequenza durò da 3 a 4 minuti, ma in questo tempo si ottenne una quantità che nell'insieme non superava le due gocce di una sostanza rossastra.

Nel momento in cui misi un pezzo di cotone su questo "indizio", osservai che il presunto sangue veniva assorbito come ci si attendeva ma, con mia meraviglia, dal punto in cui avevo prelevato il campione immediatamente cominciò ad essudare un liquido trasparente (tipo siero o lacrima), come se nel viso si fosse prodotta una ferita profonda. [...]

 

PRIME SCOPERTE

I primi campioni ottenuti vennero portati il giorno seguente nella città di La Paz, ai laboratori Lab-Tec dei dottori Gutiérrez e Ibargüen, che dirigono un laboratorio di analisi clinica di grande prestigio. Essi analizzarono il campione trovandovi emoglobina, la proteina fondamentale del sangue. [...]

Informati che la Gen-Test (di New Orleans, negli Stati Uniti) era uno dei laboratori di maggior prestigio nell'analisi genetica di tracce minime di sangue o di prove, incontrammo i dottori Sudhir K. Sinha, Direttore del laboratorio, e Anne H. Montgomery, direttrice associata del medesimo. [...]

 

RISULTATI DELLA GEN-TEST

Prelievo di un campione di sangue dalla statuetta

I due campioni, consegnati il 7 di luglio [...], vennero classificati come "presunto sangue" e furono codificati come: n° 95-43994 e n° 95-43995.

Nel rapporto finale inviato il 25 settembre 1995, gli scienziati Sinha e Montgomery segnalavano:

«1. I campioni nel primo test "della presunzione di sangue" hanno dato risultati positivi (ossia la sostanza che avevo prelevato dalla statua era sangue).

2. La coltura del gel indica la presenza di un alto peso molecolare di DNA (acido desossiribonucleico) in entrambi i campioni.

3. I risultati del laboratorio suggeriscono che i campioni trasmessi e identificati come Gen-Test n° 95-43994 e n° 95-43995 sono campioni di sangue.

4. Amplificazioni specifiche del campione n° 95-43994 hanno rivelato la fine presenza di prodotti PCR che indicano che il campione contiene DNA umano (la tecnologia PCR consente l'amplificazione della sequenza specifica dei geni usando la tecnica della reazione a catena delle polimerasi).

5. Controlli positivi [...] hanno fornito i risultati attesi, indicando che gli esperimenti sono stati eseguiti in maniera soddisfacente».

Chiedemmo che ci venisse indicato il tipo di sangue, ma secondo Anne Montgomery il campione, per il fatto di non essere stato conservato adeguatamente durante tanti mesi, aveva una composizione degradata. Ci chiese altra sostanza di cui però noi, logicamente, non disponevamo.

Tre mesi più tardi, il 10 ottobre, data nella quale andammo a prendere il rapporto originale assieme a Ron Tesoriero [Ron Tesoriero è un produttore australiano di documentari, ha realizzato diversi reportage televisivi su questi fenomeni; N.d.R.], comunicammo per la prima volta agli esperti la provenienza del sangue umano esaminato nel loro laboratorio . La sorpresa fu grande per loro e dal punto di vista scientifico non potevano spiegarsi come un busto di gesso avesse effusioni di sangue umano.

Era visibile sul loro viso la provocazione diretta alle loro conoscenze, come può essere che una statua produca geni umani? Né le macchine sofisticate né le gelatine genetiche potevano dirci niente di più. Un consiglio accademico datoci dalla direttrice associata della Gen-Test concluse l'incontro: "Sarebbe bene che inviaste il resto di queste prove ad un altro laboratorio, perché se loro confermano quello che noi abbiamo scoperto... la prova sarà indiscutibile, così come la validità degli studi".

 

ESAMI IN AUSTRALIA

Ron Tesoriero portò una parte dal campione al "Laboratorio Forense del Governo" del Nuovo Galles del Sud, in Australia. Tutti i test realizzati [...] confermarono i risultati ottenuti a New Orleans. Tuttavia, questa analisi sarà accompagnata da un fatto straordinario [...]

 

FORMAZIONE DI CROSTE

Quando iniziai il processo di indagine sull'immagine, potei verificare che nella fronte si erano formate numerose croste. Il 21 aprile 1995 decisi di prenderne un campione a caso. Lo stesso venne analizzato in Australia confermando i risultati nordamericani, vale a dire che la sostanza era sangue umano.

Interessato a raccogliere maggiori dati e per un impulso innato all'investigazione, il 22 agosto mentre realizzavamo altri studi (scanner), ottenni un altro campione di crosta del Cristo e lo depositai in un tubo con soluzione salina, preparato nel laboratorio "Servilab" di Cochabamba [...]. Lo consegnai a Ron Tesoriero il 25, al fine di ottenere un'ulteriore analisi in laboratori forensi dell'Australia.

Secondo il documento, durante il viaggio la crosta che era molto piccola (delle dimensioni di 3 o 4 capocchie di spillo), era stata divisa in tre piccoli frammenti. Nel "Laboratorio di Biologia Forense" tennero due di essi per replicare lo studio della Gen-Test.

Fu superata la prova del presunto sangue, confermando che il campione era sangue. Gli studi successivi specifici confermarono inoltre che la sostanza conteneva una piccola quantità di geni che corrispondono al genere umano.

 

UNA SPINA NELLA CROSTA?

Il terzo frammento venne inviato al Dott. Peter Ellis dell' "Istituto di Clinica Patologica e Indagine Medica" di Sidney. Nel suo rapporto del 4 gennaio 1996 certificava che aveva "identificato al microscopio, un insieme di canali allineati da cellule regolari che si distribuiscono in tutto il campione. Fra quei canali c'è una struttura a nido d'ape con cellule piccole e pareti spesse... che sono apparentemente di origine vegetale. L'organizzazione delle cellule potrebbe indicare che proviene da una pianta "tipo cactus" (o forse da una spina di cactus), ma le suggerisco di rivolgersi ad un esperto di botanica...".

Tesoriero ricorse al dott. John Walker, esperto di botanica e di analisi al microscopio di strutture molecolari organiche. L'esperto affermò che "il campione al microscopio appare come la punta di una spina affilata di una pianta proveniente dalle regioni aride". Concluse che "la struttura molecolare indica chiaramente che si tratta di una spina".

Quando Tesoriero ricevette il risultato preliminare, mi chiamò da Sidney per sapere da quale parte avessi prelevato la crosta. Risposi che c'erano croste solo sulla fronte e che io avevo preso una di queste. Inoltre commentammo che nessuno poteva avercela messa: «Nessuna persona poteva sapere quale sarebbe stata la crosta che io avrei preso; ne avevo davanti a me più di 50 o 60. Inoltre di quale tecnologia potevano disporre per "vedere e manipolare" una spina che poteva essere identificata soltanto con un microscopio elettronico ad altissima risoluzione?».

 

RISULTATI

1. Trovammo decine di testimoni giurati sotto attestazione notarile, che confermarono di aver visto le effusioni dal Cristo tanto di lacrime quanto di sangue, o di entrambi, inoltre il fenomeno era stato osservato anche in assenza della Sig.ra Silvia Arévalo o dei suoi parenti.

2. Martedì 22 agosto alle ore 22.00, l'esperto australiano Bill Steller installò un sistema di ripresa programmata che permise di ottenere una delle prove più belle di ciò che accade nel viso del Cristo. Si ottenne la ripresa filmata della lacrimazione e il momento in cui la lacrima cristallina cade sul petto del busto. Il filmato è stato visto fino ad oggi da milioni di persone nei cinque continenti, senza che nessuno abbia potuto denunciare alcuna manipolazione, ma piuttosto è stata riconosciuta la validità e il significato di un documento di tale importanza.

Immagine tomografica del Cristo di Cochabamba

3. L'esame tomografico, condotto nel "Centro Scanner Cochabamba" dal dottor Alberto Darrás A., rivela, dopo 27 sezioni coronali, che il busto nella parte interna è vuoto, contiene solamente aria, non pone in evidenza porosità, vuoti, né sistemi che possano far pensare all'installazione di strumenti sofisticati che spieghino le effusioni di lacrime e sangue.

Inoltre, poiché si considerò che potevano esserci processi di depigmentazione dell'immagine, disidratazione, effetti di condensazione o altri di uguale natura, acquistai un'immagine simile ad aprile e la misi accanto al Cristo oggetto di studio. Fino ad oggi (dopo 5 anni di controllo) non si è verificato niente di simile nell'immagine di controllo né in altre acquistate da altre persone.

4. Le interviste a Silvia Arévalo Urquidi, Emma Urquidi e altre persone della famiglia, non portano a credere che queste possano aver indotto il fenomeno. Al contrario si riconoscono in esse, persone equilibrate, sane, ben intenzionate. Esse hanno orientato la propria vita e attività verso una dedizione assoluta a quella che sentono oggi come la ragione primaria della loro vita: aprire le porte al Cristo piangente [...]

 

RAPPORTO ALL'ARCIVESCOVO DI COCHABAMBA

Mons. René Fernandez, che all'inizio degli "eventi" aveva un atteggiamento di sano scetticismo, ebbe la capacità di superare quei pregiudizi che rigettano a priori simili eventi e conservò un lucidità che gli permise di seguire passo passo tutto il processo durante i sei mesi che l'indagine richiese. Ed è per questa ragione che, dopo aver ricevuto i risultati e aver valutato i dati con la Commissione Teologica istituita, approvò il rapporto chiedendo la convocazione di una conferenza stampa per annunciare la decisione a cui la commissione di indagine era giunta.

 

DOCUMENTO DEL 30.9.1995

Autorizzazione alla venerazione dell'Immagine

Davanti alla stampa nazionale Mons. René Fernandez espose le conclusioni della Commissione Arcidiocesana, rendendo noto un documento in cui autorizzava la venerazione dell'immagine del Cristo che piange a Cochabamba, e orientando sul significato di questa eccezionale esperienza.

 

LACRIMAZIONE PUBBLICA (28.03.1997)

Il 28 marzo, giorno di Venerdì Santo, durante la celebrazione delle "Sette Parole" nella Cattedrale di Cochabamba, un grande pubblico poté assistere in prima persona alla lacrimazione dell'immagine. Erano presenti autorità della Chiesa, sacerdoti, religiosi e centinaia di laici. La stampa diede risalto alla notizia a livello nazionale ed internazionale.

 

ULTIME LACRIMAZIONI

"Quinto Anniversario" 9 marzo, anno 2000

Il 9 marzo 2000, il sacerdote Alberto del Vecchio, parroco della Parrocchia di San Pietro, presiedeva le celebrazioni del "quinto anniversario" delle effusioni di sangue.

Confessa il sacerdote che in quell'occasione ancora una volta poté constatare l'effusione di un liquido che inumidiva il viso del Cristo con una sostanza che aveva fragranza di rose. Concludeva le sue impressioni affermando: "Qualcuno piange o sanguina in famiglia perché sta soffrendo, e io sono convinto che il pianto è per noi. E ancor di più adesso, in tempo di Quaresima, che è il ritorno a Cristo e al Padre" ("Los tiempos", 10.3.2000).

 


 

PERCHÉ LE IMMAGINI DI MARIA E DI GESÙ PIANGONO?

Dall'omelia di Giovanni Paolo II per la Dedicazione e Consacrazione del Santuario di Siracusa (6 novembre 1994):

"[...] Le lacrime di Maria compaiono nelle apparizioni, con cui Ella, di tempo in tempo, accompagna la Chiesa nel suo cammino sulle strade del mondo. Maria piange a La Salette, alla metà del secolo scorso, prima delle apparizioni di Lourdes, in un periodo nel quale il cristianesimo in Francia sperimenta una crescente ostilità.

Ella piange ancora qui, a Siracusa, alla conclusione della seconda guerra mondiale. È possibile comprendere quel pianto proprio sullo sfondo di quegli eventi tragici: l'immane ecatombe, provocata dal conflitto; lo sterminio dei figli e delle figlie di Israele; la minaccia per l'Europa proveniente dall'Est, dal comunismo dichiaratamente ateo [...]

Le lacrime della Madonna appartengono all'ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo.

Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico. Piange Maria partecipando al pianto di Cristo su Gerusalemme, oppure presso il sepolcro di Lazzaro o infine sulla via della Croce [...]

Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l'amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli.

Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera, e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi, o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio. Sono lacrime di speranza, che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all'incontro con Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l'intera società.

O Madonna delle Lacrime, guarda con materna bontà il dolore del mondo! Asciuga le lacrime dei sofferenti, dei dimenticati, dei disperati, delle vittime di ogni violenza. Ottieni a tutti Lacrime di pentimento e di vita nuova, che aprano i cuori al dono rigenerante dell'amore di Dio.

Ottieni a tutti lacrime di gioia dopo aver visto la profonda tenerezza del tuo cuore".

 

 

Fonti:
Il libro "Llorá Cristo en el Valle?", Dott. Ricardo Castañón Gómez [traduzione e adattamento dei brani riportati in questo articolo a cura di Profezie per il Terzo Millennio];
Il sito del Gruppo Internazionale per la Pace (Grupo Internacional para la Paz);
Il sito dell'Arcidiocesi di Siracusa;
Il sito Provincia San Antonio;
Il sito Love and Mercy;
Il sito Visions of Jesus Christ.

 

 

Consulta anche il video della Conferenza "Scienza e Fede" tenuta dal Dr. Castañon a Città del Messico

 

 

A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - Settembre 2004
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