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La caduta di blocchi di ghiaccio dal cielo, come spiegarla?

 

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Spagna: tetti sfondati e un’auto danneggiata per la caduta di blocchi di ghiaccio (da CNN interactive)
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Appaiono inspiegabili, finora, le misteriose cadute di blocchi di ghiaccio dal cielo che nel mese di gennaio del 2000 hanno riguardato prima la Spagna e poi l’Italia.

Tetti sfondati, auto fracassate e un po’ di curiosità frammista a preoccupazione fra la gente, sono gli unici effetti della "pioggia" di ghiaccio dal cielo, fortunatamente non ci sono state né vittime né feriti.

Gli scienziati non sanno trovare risposte che spieghino i numerosissimi casi che si sono verificati nei due paesi. Resti di comete, grandine fuori misura, escrementi gettati dagli aerei o pezzi di ghiaccio staccatisi dalle ali di velivoli: le ipotesi sono le più disparate e stravaganti. Ipotesi alle quali gli scienziati cercano di trovare spiegazioni, riscontri reali come il passaggio di una cometa o cambiamenti di rotte aeree, cose che in realtà non sembrano invece essere avvenute.

Alcuni ritengono che si tratti semplicemente di scherzi. Ma questa possibilità, sebbene sia plausibile per alcuni dei casi, in altri casi non spiega le modalità in cui si sono verificate alcune delle cadute e la composizione del ghiaccio dei blocchi.

I primi casi si sono verificati in Spagna, subito dopo l’Epifania. Nello stesso periodo anche in Francia sono stati segnalati alcuni casi analoghi.

L’8 gennaio 2000 il primo blocco di ghiaccio era caduto a Siviglia sfondando il tetto di un'auto e sfiorando l'autista. La stampa aveva risolto: ''Escrementi liberati da un aereo'' e il caso sembrava essersi chiuso lì.

Ma il fatto nei giorni seguenti si ripeté per decine di volte in varie parti del paese scatenando la psicosi dell'enigma inspiegabile, decisamente troppi casi per pensare agli aerei come possibile causa.

Per risolvere il mistero, il governo spagnolo, col supporto del Consiglio superiore della ricerca scientifica (Csic), costituì una commissione di esperti. "E' un fenomeno senza precedenti" - disse il presidente del Csic, Pedro Nombela - "inspiegabile scientificamente". Gli scienziati scoprirono che nella maggioranza dei casi si trattava di ghiaccio puro. Si ipotizzò che si potesse trattare di frammenti di cometa ma in quei giorni non erano state avvistate comete nei cieli della Spagna.

La stessa NASA escluse che potesse trattarsi di ghiaccio proveniente dallo spazio, come nell’ipotesi di frammenti di comete. Questi, infatti, si scioglierebbero durante l'attraversamento dell'atmosfera che riesce a fondere anche meteoriti di robuste leghe metalliche. Inoltre il ghiaccio di cometa non sarebbe stato composto da acqua purissima come era stato accertato per i blocchi di ghiaccio caduti in Spagna.

Un blocco di ghiaccio caduto a Mostoles, nei pressi di MadridSi escluse anche la spiegazione meteorologica, grandine più grossa del solito: il cielo sopra la Spagna in quei giorni, nelle zone interessate, era terso e non si erano verificate burrasche. Inoltre non si riusciva a spiegare come questi enormi blocchi di ghiaccio avessero potuto formarsi nella stratosfera visto che in questo strato dell’atmosfera è presente pochissima umidità. E poi com’era possibile che blocchi che pesavano fino a dieci chili potessero essere rimasti sospesi nell’atmosfera per un tempo abbastanza lungo da raggiungere le eccezionali dimensioni che presentavano.

Restava l'ipotesi degli "escrementi congelati" liberati da aerei oppure ghiaccio formatosi sulle ali e poi precipitato. Ma l’analisi della composizione dei blocchi non indicava la presenza di tracce organiche, e poi che dire dei tanti blocchi caduti molto fuori dalle rotte aeree?

Qualche giorno più tardi lo strano fenomeno inizio a verificarsi anche in Italia.

Il 22 gennaio un blocco di ghiaccio piovve all’interno del cortile della scuola materna Pio Antonelli di San Martino di Lupari (Padova). Il ghiaccio era stato notato, al rientro dalla messa, da alcune delle suore dorotee che gestiscono la scuola materna. Suor Chiara Parisotto, direttrice dell’istituto, diede questa descrizione del blocco: "era diverso dal ghiaccio comune, aveva un colore bianco candido, come la neve, una cosa stupenda da vedere. Passato un po’ di tempo, mentre si scioglieva, ha acquistato trasparenza''. Ritenendo che il ghiaccio potesse provenire dallo spazio i residui vennero fatti analizzare. L'Arpav, l'agenzia regionale per l'ambiente, prelevò campioni dei frammenti precipitati per verificarne la composizione e accertò che non presentavano alcuna traccia di radioattività.

L'operaio di Ancona colpito dal blocco di ghiaccioAd Ancona, il 25 gennaio, un blocco di ghiaccio del peso di circa 750 grammi colpì di striscio alla testa un operaio. L’operaio si chiamava Massimo Giunti, 24 anni, residente a Osimo, il violento colpo che aveva ricevuto era stato attutito dai due pesanti cappelli che il giovane indossava per proteggersi dal freddo. La prognosi per l’operaio fu di dieci giorni. Il blocco di ghiaccio, che si era spezzato in più parti, fu consegnato dai Carabinieri alla Asl locale per essere analizzato.

Nei giorni seguenti altri episodi di blocchi di ghiaccio furono segnalati in ogni parte d’Italia.

In Abruzzo, a Cappelle sul Tavo nei pressi di Pescara, un netturbino venne sfiorato fa uno di questi blocchi di ghiaccio. I frammenti vennero fatti analizzare dai laboratori della Asl di Pescara.

Nelle Marche, a Tolentino, venne rinvenuto un blocco di due chilogrammi e mezzo di forma irregolare e con una superficie levigata.

In Veneto, tre casi di blocchi di ghiaccio vennero segnalati a Treviso, Legnaro (Padova) e Marghera (Venezia).

In tutti e tre i casi si trattò di blocchi rinvenuti in centri urbani ma in spazi piuttosto ampi. In tutti e tre i casi non si registrarono danni a cose e persone e i tre blocchi vennero consegnati agli esperti dell'Arpav, l'Agenzia per l'ambiente della regione, per effettuare le analisi del caso.

In Piemonte, tre blocchi di ghiaccio vennero trovati nel centro storico di Asti. Nessuno li aveva visti cadere.

Il primo, grande come un pallone da calcio, era stato segnalato da alcuni passanti a pochi metri dalla Cattedrale, il secondo e il terzo vennero ritrovati in due piazze della città piemontese. Anche in questo caso i blocchi vennero presi in consegna dai carabinieri per essere analizzati dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale).

Altri blocchi vennero segnalati anche a Milano. Alle redazioni dei giornali per diversi giorni continuarono ad arrivare telefonate di cittadini che segnalavano ritrovamenti.

In Toscana si verificarono altri casi: nei pressi di Empoli e nella strada del Padule di Fucecchio dove un pezzo di ghiaccio piovuto dal cielo cadde sull’asfalto davanti ad un’auto condotta da una giovane donna, senza provocare alcun incidente. Fu la stessa donna a raccontare l'accaduto, che venne confermato anche da altri automobilisti che seguivano la sua vettura.

Un blocco di ghiaccio di circa tre chili cadde anche a Perugia in un campo di calcetto dove stavano giocando alcuni ragazzi. Nelle vicinanze dell'area non si trovavano palazzi o altre strutture da dove il blocco poteva essere stato lanciato.

Anche in Friuli Venezia Giulia, nella provincia di Udine e a Trieste, si verificarono alcuni casi. Due anziani fratelli raccontarono di essere stati sfiorati da un pezzo di ghiaccio mentre percorrevano una zona residenziale di Udine. Una donna diretta in auto verso Pordenone raccontò di aver visto cadere dall'alto, sull'asfalto, pezzi di ghiaccio. Un blocco da un chilo piovve dal cielo a Villanova di Lusevera. A Trieste venne trovato un blocco da un paio di chili con attorno altri frammenti di ghiaccio.

A Campobasso, il 28 gennaio, tre blocchi caddero dal cielo nel giro di poche ore. Il ghiaccio, che conteneva bolle d'aria al suo interno, venne analizzato dai laboratori di igiene dell'ospedale "Cardarelli" di Campobasso.

Anche in Sardegna, in Calabria ed in altre regioni del sud vennero segnalati casi analoghi ed inspiegabili.

Nella maggioranza dei casi i laboratori di analisi riscontrarono che il ghiaccio era composto di acqua purissima senza alcuna traccia di sali, elementi organici o di impurità, in sostanza era simile all’acqua distillata.

Molti scienziati italiani vennero chiamati ad esprimersi sulla natura del fenomeno.

Il professor Franco Prodi, dell'Università di Ferrara, uno dei maggiori esperti italiani in fatto di grandine, affermò: "Escludo che si possa trattare di grossi chicchi di grandine che sono prodotti da correnti anche ascendenti e quindi non in grado di far sollevare blocchi di dimensioni così notevoli. Il chicco più grande finora conosciuto è conservato a Boulder, in Colorado, e pesa 960 grammi". Il ricercatore disse anche di essere scettico sul fatto che potesse trattarsi del ghiaccio che si forma sulle superfici esterne degli aerei. "La cosa potrebbe essere possibile solo a bassa quota, dove c'è sufficiente umidità dovuta all'attraversamento di nubi molto dense. Ad alta quota, invece, dove le temperature scendono anche a meno 50 gradi, il vapore acqueo è ridottissimo e non consente la formazione del ghiaccio" disse Prodi.

Secondo gli scienziati del Consiglio nazionale della ricerca scientifica spagnolo (Csic) i blocchi di ghiaccio caduti in Italia erano "strutturalmente simili" a quelli caduti nelle settimane precedenti in Spagna. Anche questi ammisero che si trattava di un fenomeno "raro e straordinario", diverso da quello della grandine normale.

Margherita Hack, la nota astrofisica italiana, si disse assolutamente certa sulla non attendibilità della tesi secondo la quale il ghiaccio potesse provenire da un meteorite o da una cometa. "Il ghiaccio non avrebbe mai raggiunto la superficie terrestre dato che si sarebbe sciolto molto prima nell’atmosfera per l’attrito provocato da un viaggio a velocità che variano da 10 a 40 chilometri al secondo" affermò la scienziata.

Allora noi ci chiediamo: come dobbiamo considerare realisticamente questi casi. Si tratta di fenomeni fisici piuttosto rari, stranezze meteorologiche, come sostengono alcuni, oppure abbiamo a che fare semplicemente con degli scherzi, come affermano altri. Ma se siamo di fronte a fenomeni fisici, perché, per quanto rari possano essere, non vi è alcuna traccia di avvenimenti simili nelle cronache storiche antiche e moderne. E se si tratta di scherzi - ed è possibile che in una buona percentuale di casi sia proprio così - come considerare allora i tanti episodi che, come abbiamo visto, non sembrano conciliarsi affatto con questa ipotesi.

Va detto che di questi fenomeni si parla in alcune profezie sugli "ultimi tempi". Si fa cenno ad enormi e pesanti chicchi di grandine, per esempio, nell’Apocalisse di Giovanni e nelle profezie di Marie Julie Jahenny.

Gesù, in un messaggio a Marie Julie Jahenny, le rivelò: "Io verrò sul mondo peccatore con un terribile rombo di tuono, in una fredda notte d'inverno. Un caldissimo vento del Sud precederà questa tempesta e pesanti chicchi di grandine scaveranno la terra".

Nell’Apocalisse (16,21) si dice: "...E grandine enorme del peso di mezzo quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era davvero un grande flagello".

Uno dei blocchi di ghiaccio ritrovati in SpagnaAllora, in base a queste profezie, c’è da chiedersi: è possibile che questi fenomeni siano segni che preannunciano eventi legati alla "grande tribolazione" e che riguarderanno l’Italia e la Spagna?

Dobbiamo precisare che nell’Apocalisse il flagello della grandine viene mandato sulla terra nell’ultima parte della grande tribolazione, e quindi non è certamente realistico collegarlo agli eventi del gennaio del 2000. Ma la caduta di palle di ghiaccio che si è verificata in questo periodo potrebbe essere appunto un segno che tutto ciò che è stato profetizzato da tanti strumenti di Dio è sul punto di realizzarsi. Sono diversi gli studiosi di profezie cristiane a ritenere credibile questa ipotesi.

Il 31 dicembre 1992, in un messaggio a don Stefano Gobbi, la Madonna ha detto:

"...Voglio aiutarvi a capire i segni descritti nelle Sacre Scritture che indicano che il Suo glorioso ritorno è ora vicino[...]

Il quinto segno consiste in straordinari fenomeni che accadranno nel cielo[...]

il realizzarsi di questi segni vi indicherà con certezza che la fine dei tempi, con il ritorno di Gesù nella gloria, è vicino...".

Allora, in conclusione, ci domandiamo: possiamo ragionevolmente ritenere che il fenomeno dei blocchi di ghiaccio sia uno fra quegli "straordinari fenomeni" predetti dalla Madonna in questo messaggio? Difficile dirlo in questo momento, non abbiamo per ora nessun indizio sull'origine di questi fenomeni e pertanto non sarebbe serio affermare con certezza che si tratta di "segni", di fenomeni soprannaturali insomma.

Una cosa è certa: non possiamo sottovalutare questi eventi così insoliti ed eccezionali, anche nel caso in cui venissero spiegati, prima o poi, dalla scienza.

Non possiamo liquidarli sommariamente come semplici stranezze climatiche, soprattutto perché si verificano proprio nella nostra epoca, in un momento così travagliato della storia umana, in coincidenza con tanti altri avvenimenti che non possiamo non considerare come evidenti segni dei tempi: uragani e inondazioni devastanti, temperature eccezionali, aumento dei terremoti e dell’attività vulcanica in tutto il mondo, incidenti di ogni genere, guerre e rivoluzioni, persecuzioni religiose (vedi Indonesia, Cina, ecc.), crisi della Fede, aumento della delinquenza, crescente diffusione dell’aborto, crisi del matrimonio e della famiglia, il dilagare di costumi e abitudini contrarie alla Legge di Dio, ecc..

Riflettiamo seriamente su tutti questi eventi, perché potrebbero essere gli ultimi avvertimenti di Dio prima che tutto ciò che è stato scritto inizi a compiersi, gli ultimi scampoli di Grazia che ci vengono concessi a beneficio della nostra salvezza e a favore della nostra conversione.

 

 

 

 

A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - 30 gennaio 2000.
Per ulteriori informazioni su questi fatti consultare i servizi giornalistici nella "Rassegna notizie - anno 2000".


 

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