I segni dei tempi negli avvenimenti dei nostri giorni

1ª parte

 

 

E' necessario leggere i mali drammatici del nostro tempo alla luce della fede

A chi segue l'informazione non sarà sfuggito il fatto che ultimamente sembra emergere nei mezzi di comunicazione la tendenza a dipingere a tinte fosche il futuro prossimo che attende l'umanità. Il terrorismo islamico, il crescente divario economico tra paesi ricchi e poveri, l'aumento senza precedenti di catastrofi naturali, la crisi dei valori nella cultura di oggi, e tutti gli altri mali che affliggono il mondo e che tutti ben conosciamo, hanno portato molti commentatori ad avventurarsi in previsioni sempre più orientate al pessimismo e al catastrofismo. Non di rado vengono usati toni a dir poco apocalittici, motivati dall'apparente ineluttabilità di una condizione di profonda crisi del mondo in cui viviamo. Se ne parla con un atteggiamento di rassegnato pessimismo, come se l'umanità fosse destinata inevitabilmente ad una deriva morale, sociale, religiosa, ambientale, che può condurre in ultima analisi solo all'autodistruzione.

Non c'è dubbio che talvolta certe analisi e commenti sono un po' troppo sopra le righe per avere i crismi dell'obiettività. D'altra parte si sa che spesso c'è la tendenza da parte dei mass-media ad esasperare volutamente i toni. Tuttavia, considerando i drammatici fatti che in questi anni stanno accadendo nel mondo, bisogna ammettere che taluni inquietanti scenari futuri che vengono paventati non sono privi di fondamento, anche se sono comunque discutibili gli atteggiamenti pessimistici e votati al catastrofismo che leggiamo talvolta in certa stampa. 

Per altro un diffuso sentimento di allarme e preoccupazione sembra farsi strada anche fra uomini di scienza, di cultura e di fede. Diverse figure di spicco del mondo laico e religioso parlano ormai senza mezzi termini di crisi della nostra civiltà. Il Cardinal Ruini, presidente dei vescovi italiani, afferma esplicitamente che "in gioco c'è la sopravvivenza stessa della civiltà occidentale fondata sulla sua identità cristiana" e aggiunge che "l’Occidente si è perso e rischia di morire", esortando a rilanciare l'identità cristiana, solo in questo modo si "potrà evitare... la decadenza della nostra civiltà". [1]

Il credente, per quanto animato da quell'incrollabile speranza che si fonda sulla fede in Dio, osservando ciò che accade oggi nel mondo si sente talvolta come smarrito, sopraffatto dalla sua incapacità di comprendere i disegni divini, sgomento dall'apparente lontananza di Dio dai problemi degli uomini. Ed ecco che allora si ripropone il fatidico ed eterno interrogativo: perché Dio permette tutto ciò? Perché non interviene in soccorso di quest'umanità così afflitta da tanti tragici mali?

La gravità e l'eccezionalità di taluni avvenimenti, mai verificatisi prima d'ora a memoria d'uomo, ci inducono oggi a domandarci se non siamo arrivati ad un punto cruciale nella storia dell'umanità. Gli avvenimenti sembrano farsi sempre più drammatici e il male a tratti pare trionfare sul bene. Talvolta si ha quasi l'impressione che in questo momento Satana sia il burattinaio dell'umanità... Porre la questione in questi termini può sembrare a prima vista un'esagerazione, una provocazione, ma ci sono buone ragioni per credere che non sia così, ragioni che cercheremo di illustrare alla luce delle rivelazioni private del presente e del passato messe a confronto con i fatti dei nostri giorni. 

A Medjugorje il 1 gennaio 2001 (il primo giorno del terzo millennio!), nell'apparizione speciale alla veggente Marija , la Regina della pace ha detto:

"Io vi ho voluti qui questa sera in modo speciale. In modo speciale ora che Satana è libero dalle catene..."

 

Questo messaggio della Madonna ci aiuta a comprendere il tempo in cui viviamo, un tempo in cui il principe delle tenebre è libero di esercitare, oggi più che in ogni altro momento storico, tutto il suo potere di seduzione sugli uomini. In questo tempo Satana lancia il suo estremo attacco alla Chiesa e all'umanità. In un certo senso siamo proprio noi uomini che lo teniamo sciolto dalle catene, con la nostra lontananza da Dio e col rifiuto della Sua Legge. Se tutti noi ritornassimo a Dio egli non avrebbe questa grande libertà di azione!

L'11 settembre senza dubbio è servito per risvegliare le coscienze sopite di molti. In tanti dopo l'attacco alle Torri Gemelle si sono resi conto che siamo giunti probabilmente al momento culminante e decisivo della battaglia tra il bene e il male che ha caratterizzato tutta la storia recente. All'alba del Terzo Millennio ci accorgiamo di essere all'apice di questa battaglia spirituale che ha imperversato per tutto il XX secolo. Già Papa Leone XIII ebbe, per grazia divina, la percezione di questo pericolo. Nel 1884, mentre celebrava la Santa Messa, ebbe una visione che riguardava il futuro della Chiesa. Si trattava di un dialogo tra Nostro Signore e Satana nel quale quest’ultimo affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa e chiedeva 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si mettevano al suo servizio. Gesù acconsentì alle richieste di Satana e gli concesse circa un secolo durante il quale avrebbe avuto libertà di esercitare pienamente il potere che chiedeva.

Esattamente un secolo più tardi, nel 1982, la Madonna a Medjugorje ha ribadito l'attualità di quella visione:

"...devi sapere che satana esiste; un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo. Dio gli ha permesso di metterla alla prova per un secolo. Questo secolo è sotto il potere del demonio, ma quando saranno compiuti i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere ed è diventato aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie tra preti, crea ossessioni, assassinii. Dovete proteggervi con la preghiera e con il digiuno; soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate con voi dei simboli benedetti. Metteteli nelle vostre case, riprendete l'uso dell'acqua benedetta."  [2, 3]

 

In effetti non si può negare che tutto il XX secolo sia stato sotto la nefasta influenza di Satana. Il Nemico, avendone libertà, ha scatenato tutto il suo odio non solo contro la Chiesa ma contro tutta l'umanità e seducendo le menti e i cuori dei popoli ha favorito le più crudeli guerre che il genere umano abbia mai affrontato in tutta la sua storia. Satana ha potuto agire con grande libertà perché gli uomini gliene hanno dato l'opportunità, gli hanno lasciato campo libero. L'uomo per sua stessa natura è portato a voler presumere di sé stesso, e in un tempo in cui pretende di creare "un nuovo mondo senza Dio", solamente con le sue forze (come ha detto la Madonna a Medjugorje il 25.01.1997), il Signore vuole farci comprendere l'insensatezza e le conseguenze di questo modo di pensare. Così ha permesso che rimanessimo intossicati dai frutti velenosi di Satana, di cui la nostra società si è nutrita avidamente per decenni. Per sanare la cecità di un'umanità che pretendendo di fare a meno del Creatore è caduta per sua libera scelta nelle grinfie del Maligno, il Signore ha permesso che essa provasse l'amara medicina dell'odio di Satana. Nella sua infinita sapienza Dio ha permesso tutto ciò per farci comprendere che senza di Lui non c'è scampo né salvezza. Lo ha permesso perché vivendo sulla nostra pelle il senso di impotenza, l'inquietudine e la disperazione che l'assoggettamento al Maligno inevitabilmente porta, riacquistassimo umiltà, ci rendessimo conto che senza Dio siamo meno che niente e che senza il suo aiuto non abbiamo nessuna difesa contro le insidie del Nemico. Ma soprattutto, Dio ha permesso tutto ciò perché rispetta la nostra libertà. Con la nostra libertà noi possiamo "deciderci per Dio" (è un'espressione della Madonna, dal messaggio di Medjugorje del 25.06.1990) - accettandolo come Padre e Signore del mondo e aderendo incondizionatamente alla Sua Legge - e limitare così Satana nella sua possibilità di agire. Oppure possiamo rifiutarlo, dando così al Nemico ancora più potere.

Molti dei mali di oggi sono dunque il frutto del rifiuto di Dio come Padre, un rifiuto che affonda le sue radici nell'Illuminismo, e nelle tante filosofie e ideologie che ne sono scaturite. René Laurentin parla di un "omicidio di Dio":

"Gli scienziati e riformatori sociali del XIX secolo hanno portato a termine l’omicidio in modo più radicale: Dio è un fantasma soggettivo, e questo fantasma schiaccia l’uomo, hanno ripetuto in svariati modi. Dio reprime la scienza. Blocca la rivolta dei poveri, lega l’uomo con la morale e la paura. La morte di Dio sarà la liberazione assoluta. Il trionfo della scienza dissiperà l’illusione e porterà con sé tutto ciò che gli uomini attendono da Dio: il progresso, la giustizia, la pace, la fraternità, lasciandosi alle spalle le crociate e l’inquisizione.[...]
La nostra società ha ucciso Dio, che in essa non trova più posto. Egli è progressivamente sparito dall’ambito sociale e da quello delle istituzioni. L’uomo si trova liberato da Dio, ma non da sé stesso. Né dal peccato. La morte di Dio, non dà vita a un uomo libero, bensì a un essere preda delle sue pulsioni selvagge e folli. È la violenza, la droga, il disordine. Oggi, questi fiori velenosi stanno proliferando. Le guerre etniche si scatenano in Africa, in Europa e altrove. Le diverse mafie sfidano l’ordine, la sicurezza, la società, la pace. La liberazione sessuale ha finito per sostituire l’amore e la famiglia con l’erotismo, e nondimeno ci ha abbondantemente gratificato con l’Aids. Gli stessi successi della tecnica hanno spesso reso l’uomo schiavo dei suoi strumenti, che talvolta rendono schiava e distruggono la sua umanità. Non diventiamo degli apprendisti stregoni!" [4]

 

Le grandi tragedie del XX secolo non sono state volute da Dio ma Egli le ha permesse perché, come diceva S. Agostino: Dio non fa il male ma lo permette perché non avvenga il male peggiore. [5]

Per usare un concetto alquanto impopolare nella cultura di oggi, si può dire che l'umanità è stata "castigata".

 

In che modo Dio ci castiga?

Alcune persone si rifiutano di credere che Dio possa castigare, perché la parola castigo oggi ha assunto una connotazione decisamente negativa nella mentalità comune. Nella mentalità dominante nella nostra epoca il castigo è considerato come un'azione riprovevole, quasi che implichi necessariamente cattiveria da parte di chi lo attua. E siccome Dio è per definizione amore e misericordia allora si esclude che possa castigare i suoi figli. Ma il verbo castigare, che deriva dal latino, nel suo significato originario significa "correggere". Il castigo è quindi una correzione di Dio, una "lezione" se vogliamo, per dei figli che con la loro stolta cecità spirituale e la loro orgogliosa disubbidienza scelgono le vie del male rischiando la dannazione eterna. Dio in ultima analisi agisce così solo per il nostro bene, e quindi in virtù del Suo amore, per evitarci un male e una sofferenza infinitamente peggiori: l'inferno!

I castighi che Dio manda non sono perciò espressione di un desiderio di vendetta, quasi che Dio agisca per una sadica smania di rivalsa alla tiepidezza dei Suoi figli nei Suoi confronti, ma una dimostrazione estrema 1) del Suo amore, 2) della Sua misericordia e della Sua giustizia.

Il castigo è una dimostrazione del Suo amore: perché Egli ci castiga per il nostro bene, come farebbe un padre amorevole che riprende i suoi figli disubbidienti. Dio ci vuole salvare tutti e quindi a un'umanità che ha perso l'umiltà e rischia di buttarsi fra le grinfie di Satana Egli cerca di farle comprendere i veri valori, anche con la sofferenza se è necessario. Quei valori che sono il vero patrimonio della nostra Fede e di cui spesso ci sfugge l'importanza, perché sono tante le seduzioni e le suggestioni del mondo di oggi che ci offuscano la mente inducendoci in inganno e impedendoci di discernere ciò che è veramente importante da ciò che non lo è. Il male e le calamità che Dio permette o i castighi che manda di sua mano sono quindi sempre espressione del suo amore. 

Il castigo è una dimostrazione della Sua misericordia e della Sua giustizia: perché quando il Suo popolo è vittima dell'oppressione e della sofferenza Egli viene con misericordia in suo soccorso mettendo in atto la Sua giustizia contro i nemici anche con rigore se necessario. Quando il male sembra prevalere Egli ascolta le invocazioni dei giusti e interviene con la Sua mirabile potenza per ristabilire la giustizia.

Dio quindi può castigare gli uomini permettendo un male, ma anche mandando di propria mano una punizione. Nella Bibbia stessa, i riferimenti ai castighi mandati da Dio non mancano. Pretendere di negare questa realtà significa rifiutare gli insegnamenti stessi della Scrittura. Quando Dio manda le dieci piaghe sull'Egitto lo fa per misericordia verso il popolo di Israele. Dio sul Sinai aveva detto a Mosè: "Ho osservato la miseria del Mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele..." (Esodo 3,7-8). 

Egli lascia libertà agli uomini, anche di compiere misfatti. Ma quando le azioni dei Suoi nemici minacciano i Suoi eletti e i giusti, pur permettendo talvolta che durino per un certo tempo - il tempo della prova - alla fine viene immancabilmente in loro soccorso. In questi casi il suo castigo può essere un atto di misericordia verso i giusti per liberarli in maniera completa e definitiva dal giogo del male. Ma anche una dimostrazione della Sua Gloria e un ammonimento per i Suoi avversari affinché si convertano.

Per altro troviamo confermata la validità del concetto di castigo divino anche in innumerevoli rivelazioni private di santi, beati e venerabili. Già a Fatima nel famoso "segreto", la Madonna ammoniva:

"Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace".

La Madonna qui ci dimostra che Dio quando è necessario può mandare castighi ai suoi figli, ma al tempo stesso prima li ammonisce, indicandogli anche la via per evitarli.

Come sappiamo l'appello della Madonna a Fatima non venne ascoltato e ciò fece sì che la Russia diffondesse i suoi errori (il comunismo) nel mondo. E il mondo durante il XX secolo è stato flagellato da guerre, carestie e persecuzioni, le più terribili della storia, esattamente come la Madonna aveva predetto. Queste piaghe dei nostri giorni non sono state mandate da Dio ma Egli le ha permesse, lasciando che Satana attuasse il suo piano diabolico di odio e distruzione.

La ragione per cui ci siamo soffermati così lungamente sul significato di castigo divino è perché la sua comprensione (e la sua accettazione!) alla luce della Fede è di fondamentale importanza per discernere molti degli avvenimenti del nostro tempo, per analizzare nella giusta prospettiva ciò che è accaduto nel XX secolo e ciò che con molta probabilità ci attende in futuro se l'uomo non saprà trarre profitto dalla lezione della storia e dagli innumerevoli ammonimenti della Madonna di questi anni.

 

I mali della nostra epoca sono segni dei tempi

Già nel XVII secolo alla Venerabile Madre Mariana de Jesus Torres Dio Padre aveva preannunciato un castigo per il mondo:

"Questo Castigo sarà per il ventesimo secolo...punirò l'eresia, la bestemmia e l'impurità"

XVII secolo, messaggio di Dio Padre a Madre Mariana de Jesus Torres, Quito Ecuador [6]

 

Desmond Birch nel suo libro "Trial, Tribulation and Triumph", a questo proposito scrive:

"Può negare, un qualsiasi osservatore del nostro secolo che sia intellettualmente onesto, la possibilità che l'umanità stia affrontando un castigo? Le nostre guerre fra stati, le guerre civili e le persecuzioni hanno ucciso esseri umani in proporzioni inimmaginabili nei secoli scorsi. Si considerino solo i massacri e le "pulizie etniche".

(1) Prima Guerra Mondiale - un numero stimato di un milione mezzo di vittime civili e militari. 
(2) Stalin e la Russia sovietica hanno assassinato, solo agli inizi degli anni '30, tre milioni e mezzo di proprietari terrieri ucraini, e ne hanno seppellito i corpi in fosse comuni. 
(3) Si stima che altri 55-75 milioni di persone di fatto siano state uccise in un arco di tempo di più di 70 anni in vari campi di concentramento sovietici. 
(4) Seconda Guerra Mondiale - un numero di vittime civili e militari stimato attorno a 6-7 milioni. 
(5) Hitler e la Germania nazista probabilmente hanno assassinato da 4 a 6 milioni di ebrei in tutta l'Europa occidentale tra la fine degli anni '30 e gli inizi degli anni '40, e fra 3 e 6 milioni di non ebrei. 
(6) All'inizio della Seconda Guerra Mondiale la polizia segreta sovietica (NKVD) ha trucidato 15.000 ufficiali dell'esercito polacco e 10.000 civili nel massacro della foresta di Katyn. 
(7) Le varie persecuzioni nella Cina Rossa sono responsabili della morte di oltre 200 milioni di persone, un numero che Mao Tse Tung ammise e che definì "Hsao Mei" [privazione dell'esistenza]. 
(8) Gli assassini di massa nei golpe comunisti in Africa nella metà di questo secolo [si parla del XX secolo; il libro di Birch è uscito a metà degli anni '90; N.d.T.] si stima che siano costati la vita a 6-7 milioni di persone. 
(9) Come rappresentato nel film "The Killing Fields" ["Urla nel Silenzio", nell'edizione italiana; N.d.T.], i comunisti in Cambogia uccisero oltre un milione di persone in meno di un decennio. 
(10) Negli ultimi tre decenni le persecuzioni islamiche dei cristiani nativi in Africa è costata la vita a un milione di persone assassinate o morte di fame. 
(11) In questo decennio abbiamo già assistito alle "pulizie etniche" di molte centinaia di migliaia di bosniaci musulmani da parte di bosniaci serbi, serbi che pure sostengono di essere cristiani.

Neanche Attila re degli Unni ha compiuto stermini di tali proporzioni. I nostri eccidi non sono localizzati, avvengono su scala planetaria. Si tratta di un'enorme barbarie perpetrata contro l'uomo, di proporzioni tali da non avere precedenti. Tutti coloro che conoscono veramente la storia di questo secolo possono affermare che la succitata lista non è che un pallido esempio delle atrocità perpetrate in questo secolo contro Dio e contro l'uomo. Chiunque sia intellettualmente onesto può negare la possibilità che veniamo già castigati attraverso molte sofferenze? Ma c'è speranza. Suor Mariana ha predetto la fine di questa sofferenza, per il suo convento, per la città di Quito, per l'Ecuador e per il mondo, in futuro". [6]

Antonio Socci sottolinea il fatto che il XX secolo è stato caratterizzato dalle persecuzioni ai cristiani, una cosa di cui purtroppo non si parla: "Contrariamente alle apparenze, è stato di gran lunga il Novecento il secolo del più grande macello di cristiani. Nel periodo che va dalla Rivoluzione francese ad oggi, ma in particolare nel XX secolo, sono state scatenate persecuzioni mai viste in 2000 anni per ferocia, vastità, durata e quantità di vittime. [...] Se in 2 millenni sono stati calcolati circa 70 milioni di cristiani uccisi per la loro fede, ben 45 milioni e mezzo (circa il 65 per cento del totale) sono martiri del XX secolo. Questa persecuzione planetaria del cristianesimo è tuttora in corso, sebbene venga perlopiù ignorata dai mass media e dagli stessi cristiani occidentali" [7]. Sono circa centosessantamila all'anno i cristiani uccisi, secondo i calcoli di Antonio Socci [8].

"E' una specie di globalizzazione - afferma il cardinale Giacomo Biffi - una globalizzazione dell'intolleranza e dell'odio, contro la quale non si è levata da noi alcuna protesta e non è sfilato per le nostre strade nessun corteo". [9]

In questa situazione stupisce che l’Occidente rimanga inerte di fronte alle persecuzioni contro i cristiani, casi di palese violazione dei diritti umani; per l’opinione pubblica, i grandi mezzi di comunicazione, le istituzioni politiche questo problema sembra non esistere. L’Occidente sembra avere quasi un senso di colpa verso i paesi del terzo mondo. Padre Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, docente di Teologia orientale nella Facoltà di Teologia dell’Università Saint-Joseph di Beirut, a questo proposito dice: "È una delle tendenze che mi preoccupa: c’è una sistematica autocritica, spinta fino al masochismo, che sta corrodendo la società occidentale. Io la chiamo il 'meaculpismo'. Sui giornali possiamo trovare ogni sorta di attacco al cristianesimo, ogni possibile sciocchezza sulla religione e sulle cose più sacre della nostra religione e nessuno si può permettere di obiettare nulla: c’è la libertà di pensiero. Ciò non vale se si scrive qualcosa di non gradito per le altre grandi religioni, in particolare sull’islam e l’ebraismo: allora subito tutti accorreranno ad accusare e condannare". [10]

In questi ultimi anni a causa del dilagare del fondamentalismo islamico le persecuzioni ai cristiani si stanno facendo sempre più numerose e spietate. Si consulti a questo riguardo la pagina "I segni dei tempi negli avvenimenti dei nostri giorni - Conflitti e persecuzioni minacciano il futuro del mondo", nella quale sono state raccolte le principali notizie (dal 1998 a oggi) che riguardano le persecuzioni di questi anni.

Ma se tutto il secolo XX è stato caratterizzato da guerre, persecuzioni e tutti i mali che ben conosciamo, sono soprattutto gli ultimi decenni di questo secolo che hanno visto un moltiplicarsi di questi che innegabilmente sono dei "segni dei tempi". Quando la Santa Sede nel 2000 ha reso nota la terza parte del Segreto di Fatima ha visto in quella profezia del 1917, rivelata ai tre pastorelli, molti dei tragici accadimenti il XX secolo. Ma se la profezia di Fatima abbraccia tutto il secolo scorso questo non significa che non possa riguardare anche il presente e il nostro probabile futuro. Anche perché c'è ancora una parte di quella profezia che non si è realizzata: quel Trionfo del Cuore Immacolato che dovrà portare all'umanità il tempo della pace. E finché questo Trionfo non si realizzerà, non possiamo dire che la fase più difficile sia superata.

Il Santo Padre stesso sembra abbia voluto dare un segnale in questo senso quando, nell’ottobre del 2000, ha consacrato il mondo alla Madonna. Giovanni Paolo II, concludendo il Giubileo, rinnovò la consacrazione della Chiesa e del mondo intero al Cuore Immacolato di Maria, e disse: "L’umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza, può fare di questo mondo un giardino o ridurlo a un ammasso di macerie... Oggi come mai nel passato, l’umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù" [11]. E negli interventi più recenti, dopo l'11 settembre, ha parlato con toni preoccupati di un’ “ora oscura” che è arrivata.

Giovanni Paolo II ha cercato fin dai primi anni del suo pontificato di aprire gli occhi del mondo sui rischi insiti nel modello sociale ed economico adottato dall'Occidente, e soprattutto ha cercato di mettere in guardia sul progressivo declino del sistema di valori su cui si fonda la nostra civiltà. Già nel 1980, nell'enciclica Dives in Misericordia, aveva scritto profeticamente:

"Siamo infatti, noi tutti che viviamo al presente sulla terra, la generazione che è consapevole dell'approssimarsi del terzo Millennio e che sente profondamente la svolta che si sta verifìcando nella storia. La presente generazione avverte di essere privilegiata, perché il progresso le offre molte possibilità, appena qualche decennio fa insospettate. L'attività creatrice dell'uomo, la sua intelligenza e il suo lavoro, hanno causato profondi cambiamenti sia nel campo della scienza e della tecnica, come nella vita sociale e culturale. [...] esistono nello stesso tempo difficoltà, che si dimostrano anzi in aumento. Esistono inquietudini e impotenze, che costringono ad una risposta radicale che l'uomo sente di dover dare. Il quadro del mondo contemporaneo presenta anche ombre e squilibri non sempre superficiali. 

[...] nel nostro mondo aumenta il senso di minaccia. Aumenta quel timore esistenziale collegato soprattutto - come ho già accennato nell'enciclica Redemptor hominis - con la prospettiva di un conflitto che, in considerazione degli odierni arsenali atomici, potrebbe significare la parziale autodistruzione dell'umanità. Tuttavia, la minaccia non concerne soltanto ciò che gli uomini possono fare agli uomini, servendosi dei mezzi della tecnica militare; essa riguarda anche molti altri pericoli che sono il prodotto di una civiltà materialistica, la quale - nonostante dichiarazioni «umanistiche» - accetta il primato delle cose sulla persona. 

[...] accanto agli uomini ed alle società agiate e sazie, viventi nell'abbondanza, soggette al consumismo e al godimento, non mancano nella stessa famiglia umana né gli individui né i gruppi sociali che soffrono la fame. Non mancano i bambini che muoiono di fame sotto gli occhi delle loro madri. Non mancano in varie parti del mondo, in vari sistemi socioeconomici, intere aree di miseria, di deficienza e di sottosviluppo. Tale fatto è universalmente noto. Lo stato di diseguaglianza tra uomini e popoli non soltanto perdura, ma aumenta. Avviene tuttora che accanto a coloro che sono agiati e vivono nell'abbondanza, esistono quelli che vivono nell'indigenza, soffrono la miseria e spesso addirittura muoiono di fame; e il loro numero raggiunge decine e centinaia di milioni. È per questo che l'inquietudine morale è destinata a divenire ancor più profonda. Evidentemente, un fondamentale difetto o piuttosto un complesso di difetti, anzi un meccanismo difettoso sta alla base dell'economia contemporanea e della civiltà materialistica, la quale non consente alla famiglia umana di staccarsi, direi, da situazioni cosi radicalmente ingiuste.

Questa immagine del mondo d'oggi, in cui esiste tanto male sia fisico che morale, tale da farne un mondo aggrovigliato in contraddizioni e tensioni e, in pari tempo, pieno di minacce dirette contro la libertà umana, la coscienza e la religione, spiega l'inquietudine a cui va soggetto l'uomo contemporaneo. Tale inquietudine è avvertita non soltanto da coloro che sono svantaggiati od oppressi, ma anche da coloro che fruiscono dei privilegi della ricchezza, del progresso, del potere. E sebbene non manchino anche quelli che cercano di scorgere le cause di tale inquietudine, oppure di reagire con i mezzi provvisori offerti loro dalla tecnica, dalla ricchezza o dal potere, tuttavia nel più profondo dell'animo umano quell'inquietudine supera tutti i mezzi provvisori. Essa riguarda - come hanno giustamente rilevato le analisi del Concilio Vaticano II - i problemi fondamentali di tutta l'esistenza umana. Questa inquietudine è legata con il senso stesso dell'esistenza dell'uomo nel mondo, ed è inquietudine per l'avvenire dell'uomo e di tutta l'umanità; essa esige risoluzioni decisive, che sembrano ormai imporsi al genere umano.

[...] sarebbe difficile non avvedersi che molto spesso i programmi che prendono avvio dall'idea di giustizia e che debbono servire alla sua attuazione nella convivenza degli uomini, dei gruppi e delle società umane, in pratica subiscono deformazioni. Benché essi continuino a richiamarsi alla medesima idea di giustizia, tuttavia l'esperienza dimostra che sulla giustizia hanno preso il sopravvento altre forze negative, quali il rancore, l'odio e perfino la crudeltà. In tal caso, la brama di annientare il nemico, di limitare la sua libertà, o addirittura di imporgli una dipendenza totale, diventa il motivo fondamentale dell'azione; e ciò contrasta con l'essenza della giustizia che, per sua natura, tende a stabilire l'eguaglianza e l'equiparazione tra le parti in conflitto. Questa specie di abuso dell'idea di giustizia e la pratica alterazione di essa attestano quanto l'azione umana possa allontanarsi dalla giustizia stessa, pur se venga intrapresa nel suo nome. Non invano Cristo contestava ai suoi ascoltatori, fedeli alla dottrina dell'Antico Testamento, l'atteggiamento che si manifestava nelle parole: «Occhio per occhio e dente per dente». Questa era la forma di alterazione della giustizia in quel tempo; e le forme di oggi continuano a modellarsi su di essa. È ovvio infatti che in nome di una presunta giustizia (ad esempio storica o di classe) talvolta si annienta il prossimo, lo si uccide, si priva della libertà, si spoglia degli elementari diritti umani. L'esperienza del passato e del nostro tempo dimostra che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all'annientamento di se stessa, se non si consente a quella forza più profonda, che è l'amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni. È stata appunto l'esperienza storica che, fra l'altro, ha portato a formulare l'asserzione: sommo diritto, somma ingiustizia (summum ius, summa iniuria). Tale affermazione non svaluta la giustizia e non attenua il significato dell'ordine che su di essa si instaura; ma indica solamente, sotto altro aspetto, la necessità di attingere alle forze dello spirito, ancor più profonde, che condizionano l'ordine stesso della giustizia.

Avendo davanti agli occhi l'immagine della generazione a cui apparteniamo, la Chiesa condivide l'inquietudine di tanti uomini contemporanei. D'altronde, deve anche preoccupare il declino di molti valori fondamentali che costituiscono un bene incontestabile non soltanto della morale cristiana, ma semplicemente della morale umana, della cultura morale, quali il rispetto per la vita umana sin dal momento del concepimento, il rispetto per il matrimonio nella sua unità indissolubile, il rispetto per la stabilità della famiglia. Il permissivismo morale colpisce soprattutto questo ambito più sensibile della vita e della convivenza umana. Di pari passo con ciò vanno la crisi della verità nei rapporti interumani, la mancanza di responsabilità nel parlare, il rapporto puramente utilitario dell'uomo con l'uomo, il venir meno del senso dell'autentico bene comune e la facilità con cui questo viene alienato. Infine, c'è la desacralizzazione che si trasforma spesso in «disumanizzazione»: l'uomo e la società, per i quali niente è «sacro», decadono moralmente - nonostante ogni apparenza". [12]

Non si può negare che questi mali, già individuati oltre un ventennio fa da Giovanni Paolo II, e i frutti perversi che col tempo hanno prodotto sono, oggi più che mai, di drammatica attualità. E purtroppo non si può dire neanche che le prospettive per il XXI secolo inducano all'ottimismo.

Da un un punto di vista religioso ma anche laico la crisi della civiltà moderna è sotto gli occhi di tutti, è una crisi soprattutto morale. E' una crisi che tocca i fondamenti stessi della nostra società: famiglia, politica, economia. Ma è una crisi che non risparmia neanche la Chiesa.

Mons. Wilton Gregory, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici negli USA, nel suo discorso di apertura della Conferenza dei Vescovi dell’11 novembre 2002 ha detto che i tempi in cui viviamo "sono caratterizzati da paura e incertezza e ci sono molte ragioni per questo senso di ansia. I segni dei tempi sono dolorosamente evidenti". Riferendosi alla crisi senza precedenti che ha colpito duramente la Chiesa Cattolica americana (per via dei ben noti scandali che hanno riguardato molti religiosi), ha detto: "abbiamo sperimentato profonde fratture fra vescovi e fedeli, come anche fra vescovi e sacerdoti. Abbiamo anche assistito a divisioni fra sacerdoti e fra fedeli nel determinare la strada migliore per rispondere a questa tragedia. Per di più, anche noi vescovi non siamo stati immuni da disaccordi e discordie su questo tema". E ha proseguito, mettendo in guardia la platea: "C’è chi fuori dalla Chiesa è ostile ai principi e agli insegnamenti stessi che la Chiesa abbraccia, ed hanno scelto questo momento per promuovere l’accettazione di pratiche e stili di vita che la Chiesa non può e non potrà mai avvallare. Purtroppo, anche fra i battezzati, ci sono coloro che essendo in disaccordo con la Chiesa hanno scelto, in questo momento, di sfruttare la vulnerabilità dei vescovi per portare avanti le loro istanze. Non si può non sentire in lontananza - e talvolta anche in vicinanza - il grido del falso profeta ‘percuotiamo il pastore così da disperdere il gregge’. Noi vescovi dobbiamo saper riconoscere questo grido e chiamarlo per quello che è [...] I sacerdoti troppo spesso oggi vengono giudicati ingiustamente sulla base dei misfatti di altri sacerdoti [...] Oggi è difficile parlare di sacerdozio senza tirare in causa sacerdoti e vescovi che non sono stati capaci di vivere all’altezza della nostra vocazione". [13]

A questo proposito vi invitiamo a consultare anche un nostro articolo dell'aprile 2002, intitolato: "La crisi della Chiesa nelle profezie".

Mali vecchi e nuovi sembrano imperversare nelle nostre società di oggi: ateismo, diffusione delle sette, satanismo, divorzio, aborto, suicidi, casi inspiegabili di follia omicida, alcolismo, droga, delinquenza giovanile, pedofilia, adulterio, aberrazioni sessuali di ogni genere, clonazione, sperimentazioni e manipolazioni genetiche sui feti, eutanasia, ecc. ecc.. 

Si consulti a questo riguardo la pagina "I segni dei tempi negli avvenimenti dei nostri giorni - I mali di un mondo che si oppone a Dio e all'Autorità della Chiesa", che riporta una rassegna delle principali notizie (dal 1998 a oggi) che riguardano questi problemi.

Se si pensa solo al numero di aborti che vengono praticati nel mondo ogni anno possiamo farci un'idea chiara del grado di barbarie che ha raggiunto oggi l'uomo, anche nel nostro...civilissimo occidente! Secondo l'Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) ogni anno nel mondo su 190 milioni di gravidanze più di 50 milioni hanno per esito un aborto, cioè più di un quarto [14]. In Italia nel 1996 gli aborti erano circa 139 mila (dati Istat), esclusi i 50 mila aborti clandestini stimati. Sono dati che ci pare superfluo commentare.

Ma la famiglia stessa, il nucleo primario su cui si fonda la nostra società, appare oggi minacciata da innumerevoli forze disgregatrici che ne minano le fondamenta morali e istituzionali. E se pensiamo ai casi di inspiegabile follia omicida che si stanno verificando in questi ultimi anni in diverse parti del mondo e che riguardano in prevalenza proprio l'ambito familiare è difficile non vedervi la mano del Nemico. Vi invitiamo a questo riguardo a consultare la pagina "I segni dei tempi negli avvenimenti dei nostri giorni - Follia omicida", che riporta una rassegna delle principali notizie (dal 1998 a oggi) che riguardano questo argomento.

Qualcuno potrebbe anche obiettare che molti dei mali e dei peccati che abbiamo elencato, sono sempre esistiti da che mondo è mondo. Indubbiamente questo è vero, ma a ben vedere mai prima d'oggi era accaduto che la trasgressione sistematica dei Comandamenti venisse ostentata, incoraggiata e per certi versi istituzionalizzata come sta accadendo nella nostra epoca. Questi che solo pochi decenni fa erano ancora considerati, secondo i canoni della morale cristiana, come gravi vizi, vengono oggi guardati con indulgenza o persino accettati con indifferenza; la nostra società spesso addirittura li esalta e li incoraggia, considerandoli un mezzo inevitabile per poter emergere ed affermarsi nel difficile mondo di oggi. Tutti e 10 i Comandamenti oggi vengono apertamente e sistematicamente violati, nella totale indifferenza generale, da una cultura laica che da tempo ne ha disconosciuto l'importanza e la validità.

Questi mali sono la tragica conseguenza del nostro allontanamento dal Dio. L'umanità in questo momento sta pagando il suo rifiuto di Dio. Tutti i mali da cui è afflitta sono la conseguenza del suo sì incondizionato al Nemico. Dio li permette perché rispetta la libertà dei Suoi figli. Ma Egli vuole anche che i Suoi figli traggano una lezione dalle conseguenze dei loro errori.

Oggi l'uomo sembra davvero aver superato ogni limite, tanto che non possiamo pensare che Dio prima o poi non intervenga per porre rimedio alle gravi storture della nostra civiltà. Il grado di gravità e diffusione di questi mali deve essere per tutti noi un campanello d'allarme. Si tratta indubbiamente di segni dei tempi che devono indurci oggi più che mai ad essere fra quelle vergini sagge del Vangelo di Matteo (cap. 25) con la lampada sempre accesa. Sono segni dei tempi che annunciano l'approssimarsi di eventi epocali per tutta l'umanità. 

 

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Note:

1) "L’Occidente si è perso e rischia di morire"; L'Arena - 1-12-2001;

2) "La vergine appare a Medjugorje?", René Laurentin, Queriniana 1984;

3) "The Thunder Of Justice" di Ted and Maureen Flynn, MaxKol Communications, Inc;

4) "Dio esiste, ecco le prove", René Laurentin; Ed. Piemme;

5) S. Agostino, Soliloqui, 1,1,2;

6) "Trial, Tribulation and Triumph" di Desmond A. Birch, Queenship Publishing;

7) "Urla del silenzio" di Antonio Socci, Tempi n.16 - 18-04-2002;

8) "I Nuovi Perseguitati" di Antonio Socci, Ed. Piemme;

9) "Martiri cristiani del 2001. E Biffi striglia la Chiesa" di Sandro Magister, Espresso - 03-01-2002;

10) "La libertà religiosa nei Paesi a maggioranza Islamica - Rapporto 1998", Alleanza Cattolica - 1998;

11) Giovanni Paolo II - Atto di affidamento alla Beata Vergine Maria, 8-10-2000;

12) Giovanni Paolo II - Lettera Enciclica Dives in Misericordia -  30-11-1980;

13) "Remarks by U.S. Bishops' President",

14) "Reducing Risks by Offering Contraceptive Services - Maternal Mortality and Reproductive Health"; UNFPA (United Nations Population Fund);

 

 

A cura di "Profezie per il Terzo Millennio" - 2002. Ultimo aggiornamento: agosto 2003  |  Versione integrale di questo articolo
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